Scienza

Ebola, ecco come uccide. Scoperto il meccanismo che annienta le difese

Gli scienziati Usa hanno rivelato il meccanismo con cui il virus impedisce l’innesco di una risposta immunitaria dell’individuo infettato, che è poi il motivo per cui la malattia lascia poche possibilità di sopravvivenza

Annienta le naturali difese immunitarie dell’organismo. Ecco come e perché Ebola uccide il 90% delle persone che vengono contagiate. Gli scienziati Usa hanno rivelato il meccanismo con cui il virus impedisce l’innesco di una risposta immunitaria dell’individuo infettato, che è poi il motivo per cui la malattia lascia poche possibilità di sopravvivenza. I morti dall’inizio dell’epidemia in Africa occidentale sono 1.013 mente sono 1.848 casi censiti nei quattro paesi colpiti dal virus (Guinea, Liberia, Sierra Leone e Nigeria) secondo i dati dell’Oms che ha dichiarato l’emergenza sanitaria internazionale.

Secondo quanto riferito sulla rivista Cell Host&Microbe la causa sarebbe una molecola virale, denominata VP24, che blocca un messaggero chimico – una molecola fondamentale chiamata ‘STAT1’ – deputato normalmente a scatenare una rapida risposta immunitaria.

Lo studio, di Gaya Amarasinghe della Washington University School of Medicine di St. Louis, svela tutti i passaggi chiave con cui il virus impedisce al sistema immunitario di reagire all’infezione: VP24 blocca STAT1 e così facendo impedisce l’azione di questo messaggero chimico che ha il compito cruciale di attivare tanti geni importanti per dare avvio alla risposta immunitaria.

Il virus Ebola è comparso con i primi focolai in Sudan ed ex-Zaire nel 1976 ed ha mostrato da subito la sua potenza letale: ci sono vari ceppi di Ebola che causano una di febbre emorragica, capaci di uccidere dal 50 al 90% delle persone infettate. Finora era noto che l’Ebola blocca l’azione antivirale dell’interferone ma non se ne conosceva il meccanismo, spiega Amarasinghe. Adesso si è scoperto che il messaggio dell’interferone – mediato da STAT1 – è impedito dalla proteina virale VP24. STAT1 viene bloccato da VP24 che in questa maniera impedisce l’accensione di geni cruciali per avviare una risposta immunitaria antivirale. La scoperta potrebbe aprire la strada allo sviluppo di nove terapie oggi di fatto inesistenti.

Due giorni fa era stata diffusa la notizia che un vaccino preventivo potrebbe essere pronto entro il 2015, mentre la sperimentazione potrebbe a breve. Per cercare di arginare l’epidemia gli Stati Uniti, su ordine del presidente Usa Barack Obama, ha spedito in Liberia tutte le dosi esistenti del siero sperimentale Zmapp che è risultato, per ora, efficace sui due cittadini statunitensi, il medico Kent Brabtly e la volontaria Nancy Writebol

Intanto saranno consegnate probabilmente agli operatori sanitari le 800-1000 dosi del vaccino sperimentale per il virus Ebola che il Canada ha messo a disposizione della autorità internazionali. Il direttore dell’Agenzia canadese per la salute Greg Taylor, secondo il Guardian, che ha specificato che il governo terra per sé le dosi, circa 500, sufficienti ad effettuare i test tossicologici e per un eventuale uso interno.

Il vaccino, che l’agenzia per il farmaco canadese ha dato in licenza alla compagnia biotech statunitense BioProtection Systems, verrà sviluppato anche dal governo statunitense, che ha stanziato un milione di dollari per i test iniziali, ha dato ottimi risultati sugli animali ma non è stato mai testato sull’uomo. “Vediamo il vaccino come una risorsa globale – spiega Taylor – qualcosa che dobbiamo mettere sul tavolo per trovare il modo migliore per renderlo utile, e stiamo cercando il modo di farlo il più velocemente possibile”.