Politica

Riforme, pausa nel weekend: votazioni di nuovo da lunedì. Protesta delle opposizioni

La conferenza dei capigruppo decide per lo stop domenicale. I Cinque Stelle: "Avevano già i trolley pronti per il weekend". La Lega: "Abbiamo detto ai nostri di rinunciare alle ferie e voi volete fare il fine settimana". Zanda: "Un giorno di sospensione dopo molte sedute faticose è ragionevole"

Fino a ieri frenesia, maratone, riunioni fiume, scontri fino all’ultimo codicillo, ripetute sospensioni e anche ritiri sull’Aventino. Oggi, invece, il disegno di legge sulle riforme costituzionali può aspettare. Per l’esattezza fino a lunedì (4 agosto) quando riprenderà il dibattito nell’Aula del Senato. A deciderlo è stata la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama e la reazione delle opposizioni è stata, come negli ultimi 5 giorni, energica: Cinque Stelle e Lega Nord hanno ironizzato sui trolley pronti per partire per il week end dopo la fiducia votata al decreto carceri. “I lavori del Senato si concluderanno comunque l’8 agosto. Un giorno di sospensione dopo una serie di sedute faticose mi sembra molto ragionevole”, ha replicato il capogruppo del Pd al Senato Luigi Zanda. Tanto più vero è questo ragionamento dopo che da una parte è stato approvato l’articolo 2 che prevede la non elettività del futuro Senato – cioè il nodo centrale di tutta la riforma – e dall’altra le opposizioni si sono posizionate su un sostanziale Aventino: la Lega non ha partecipato ai lavori di ieri, mentre i Cinque Stelle hanno assicurato che non rientreranno più in Aula.

In Aula i grillini hanno urlato “vergogna”: “Non è assolutamente adeguato sciacquarsi la bocca, come è stato fatto, con le grandi capacità di lavorare fino a tarda notte perché si tratta delle riforme costituzionali – ha detto Vito Petrocelli, il capogruppo – e ora poiché la principale forza di opposizione del Paese si è sganciata perché è inammissibile continuare ad affrontare le riforme come la sta affrontando la maggioranza, ve ne potete tornare a casa sabato e domenica e variare il calendario. Questa cosa non è ammissibile: deve rimanere il calendario in vigore; dovete dare prova al Paese che questa Camera affronta anche una porcheria di riforma costituzionale, come l’avete ideata, dalle ore 9,30 alle ore 24. Mantenete la parola data”. Più veemente Nicola Morra che ironizzando sulla voglia di lavorare ad agosto dei senatori ha aggiunto: “Sfrutterò tutto il mio tempo, per farvi venire le piaghe da decubito e farvi trattenere il più possibile qui dentro, farvi perdere l’aereo, il treno o qualunque altro mezzo di trasporto che sia per voi necessario per ritornare al mare a mostrare le ‘puntini, puntini’ chiare. Bisogna far sapere agli italiani anche questo”.

Anche la Lega ha protestato per la pausa domenicale e con il capogruppo Gian Marco Centinaio ha detto: “Non voglio passare per quello che non ha voglia di fare niente; non voglio che domani il signor Renzi vada a dire sulle pagine dei giornali che avevamo voglia di andare al mare. Io non ho voglia di andare al mare, Presidente, mi sono portato il cambio per tutta la settimana fino all’8. Ai miei senatori ho detto di rinunziare alle ferie ad agosto e voi, maggioranza, pensate a fare il weekend!”. La capogruppo di Sel al Senato Loredana De Petris, bestia nera del Pd per la sua volontà di proseguire nell’ostruzionismo, ha invitato a mantenere il vecchio calendario per poter discutere anche del decreto anticorruzione, invece di “correre al mare”.

Per il Pd è una posizione strumentale. “Poche ore di pausa non sono nulla di fronte allo strumentale ostruzionismo che il M5S e la Lega hanno fatto in questi giorni – dichiara  la senatrice Rosa Maria Di Giorgi – E’ ora di finirla con polemiche pretestuose: noi lavoriamo per sbloccare l’Italia, loro lavorano per bloccare il Parlamento”.