Cronaca

Immigrazione, rivolta nel Cie di Pian del Lago. In sessanta tentano la fuga

Nel Cie in provincia di Caltanissetta sassi e bottiglie contro la polizia, mentre 60 migranti provavano a scappare con una corda di lenzuola appesa alla recinzione. A Ragusa arrestati i sette scafisti responsabili dello sbarco a Pozzallo di 250 profughi

Circa sessanta immigrati hanno tentato la fuga e hanno dato vita a una sassaiola nei confronti delle forze dell’ordine. E’ successo al Centro di identificazione ed espulsione di Pian del Lago, a Caltanissetta, nella struttura che ospita 90 migranti. Intorno alle 3  – secondo quanto ricostruito dalla polizia – il gruppo di migranti si è diretto verso la recinzione, e ha issato una corda realizzata con lenzuola sull’estremità superiore. Nel frattempo altri migranti hanno lanciato mattoni, infissi e bottiglie contro polizia, carabinieri e militari dell’esercito a guardia della struttura. Altri ospiti, invece, dopo aver sfondato la porta della cucina, hanno preso l’estintore e lo hanno usato contro le forze dell’ordine. Negli scontri sono rimasti feriti tre carabinieri, due militari dell’esercito e due poliziotti. La contestazione è stata fermata con i lacrimogeni.

A Ragusa, invece, sono stati arrestati i sette scafisti egiziani accusati dello sbarco dei 295 migranti, tra i quali 100 minori, approdati giovedì sera nel porto di Pozzallo. L’identificazione è stata resa possibile dalle testimonianza dei migranti, ai quali gli scafisti avevano fatto giurare sul Corano di non rivelare la loro identità una volta giunti in Italia. Secondo quanto riportano le stesse testimonianze i sette egiziani, minacciando i genitori, si sono fatti consegnare i figli per fingere di fare parte del gruppo di profughi siriani in viaggio. A tradirli è stato il pianto dei bambini che ha insospettito la polizia. I migranti hanno raccontato di essere partiti da una piccola spiaggia egiziana a bordo di lance di piccole dimensioni a gruppi di 25 per essere Poi trasferiti su un peschereccio più grande. Il viaggio sarebbe costato 3000 dollari a persona. Uno dei testimoni siriani che ha contribuito all’identificazione ha riferito che “tramite Facebook, e precisamente su una pagina dedicata ai rifugiati siriani nel mondo” aveva saputo “della possibilità di raggiungere l’Europa, illegalmente”.