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Giacimenti di petrolio: Obama e quelle ‘sospette’ ispezioni nell’Atlantico

Venerdì 18 Luglio 2014, il Dipartimento dell’Interno dell’amministrazione Obama ha annunciato l’apertura dei mari dell’Atlantico, dal Delaware alla Florida, alle ispezioni sismiche per studiare giacimenti di petrolio e di gas. E’ la stessa cosa che si vuol fare in Sardegna e in Adriatico e per cui combattiamo da un po’ di tempo anche in Italia.

Il motivo “ufficiale” di queste ispezioni sismiche è di aggiornare i dati sulle riserve Usa che sono vecchi di 40 anni. Ma qui nessuno è nato ieri, ed è forte il sospetto che invece le ispezioni sismiche siano solo un primo passo verso l’apertura alle trivelle in mare. E infatti tutti già parlano di possibili vendite di concessioni petrolifere già nel 2017 e di inizio lavori negli anni 2020.

La decisione sulle ispezioni sismiche ha attirato ire da politici e attivisti allo stesso modo. I motivi per cui sarebbe bene evitare l’assalto al mare è che le ispezioni sismiche danneggiano la vita marina, con possibili lesioni e spiaggiamenti di balene e delfini. E checché ne dicano i petrolieri, qualsiasi persona di buonsenso capisce bene che airgun ed affini sono l’anticamera dell’estrazione petrolifera vera e propria e che portare in superficie ciò che madre natura ha seppellito nelle viscere della terra per milioni di anni, comporta il rilascio di sostanze tossiche nel mare, nell’atmosfera, a danni alla pesca, al turismo. Allo stesso modo i rischi di incidenti – piccoli e grandi – sono sempre dietro l’angolo.

Non ricorda Obama lo scoppio del Golfo del Messico e quei tre mesi in cui nessuno sapeva cosa fare per fermare galloni su galloni di petrolio?

E i cambiamenti climatici? Come può Obama parlare di volerli combattere e poi aprire i mari dell’Atlantico alle trivelle, e per di più su terre federali, facendo anche un regalo ai petrolieri?

Ma poi, perché ha fatto questo Obama? Non era lui il presidente che avrebbe combattuto Big Oil? Negli anni prima del 2012, se uno si metteva gli occhiali del cinismo politico, si poteva un po capire un passo del genere. Alcuni stati che si affacciano sull’Atlantico sono a maggioranza repubblicana, sono conservatori e pro-petrolio, come ad esempio la Virginia. Promettergli di poter forse trivellare un giorno, avrebbe portato voti ad Obama che ne cercava per la rielezione. Concedere ispezioni sismiche in Atlantico avrebbe potuto farlo apparire meno “socialista” o “estremista”.

Ma adesso? Le elezioni sono passate, e Obama non ha niente da guadagnarci politicamente, visto che non potrà essere rieletto. Chi ci guadagna sono solo i petrolieri, che da tempo immemore sono sempre stati dalla parte dei repubblicani.

E poi, perché lungo le coste Atlantiche si e in California no? 

Beh, da come la vedo io, la risposta è chiara: perché qui i nostri mari sono sacrosanti e perché l’opposizione all’offshore drilling è quasi scritta nel Dna di ogni californiano. Le nostre senatrici – Diane Feinstein e Barbara Boxer (ce ne sono solo due per tutto lo stato) – l’hanno detto più volte che qui non ce le vogliamo le trivelle a mare, chiaro e tondo, e come loro tutti quelli che le hanno precedute.

E qui si apre una interessante osservazione. Forse Obama ha aperto i mari della East Coast alle trivelle perché non ci sono state molte proteste nelle località interessate? Dopotutto della possibilità delle indagini sismiche in Atlantico se ne parlava da tanto, ma non c’è stata molta attenzione del pubblico.  

Notare che la nazione è invece in fermento con il mega Keystone Xl Pipeline, che dovrebbe trasportare petrolio sintetico e bitume estratto dalle Tar Sands del Canada fino a Cushing, Oklahoma, dove sono le riserve strategiche Usa e poi giù a Houston, in Texas. L’enorme protesta popolare che va avanti da mesi ed anni ha visto decine di manifestazioni anche davanti alla Casa Bianca.

Pure l’arcivescovo Desmond Tutu ha detto no, dal lontano Sud Africa.

Il 18 Aprile 2014, l’amministrazione Obama ha rimandato a data da destinarsi la decisione finale sull’oleodotto, che ci sarà dopo le elezioni del 4 Novembre 2014. Paure politiche eh?

La “scusante” ufficiale del perché Keystone XL non può essere ancora approvato è che non è ben chiaro se quest’opera contribuirà in modo significativo ai cambiamenti climatici o no. Nel primo caso, Obama ha detto che vieterà l’oleodotto. Perché questo criterio non si applica all’airgun in mare o alle estrazioni in mare? E’ del tutto logico porsi la stessa domanda, no?

Torno allora al punto di partenza: secondo me, Obama ha approvato queste ispezioni sismiche perché non c’è stata molta mobilitazione. E forse Obama l’ha fatto per qualche calcolo politico considerate le elezioni del prossimo novembre, non per se stesso, ma per il partito democratico, cercando di attirarsi le simpatie repubblicane su un tema meno scottante che il fracking, o Keystone XlL, o i mari californiani.

Sono però fiduciosa. Questa folle decisione, senza capo ne coda, è rimbalzata su tutti i siti e su tutti i notiziari e subito sono partiti gruppi di protesta e minacce di ricorsi da politici e cittadini dal South Carolina al New Jersey, dalla Florida al Maryland. E potrebbe diventare un punto di inizio per un nuovo movimento anti-petrolio nel mare, come nei lontani anni ’80.

L’allora Segretario dell’Interno, James Watt, sotto Ronald Reagan, aveva cercato di aprire terre federali nel mare alle trivelle. La reazione del pubblico e degli ambientalisti fu immediata, perché immediato era il pericolo, e portò nel 1983 ad una moratoria contro le estrazioni in tutti gli stati della East Coast e della California. Oggi, il ritorno dello spettro delle ispezioni sismiche ha già portato varie città ad emanare ordinanze per vietare ispezioni sismiche nei loro mari.

Alla fine Obama è e resta un politico, e come tutti, fa le cose solo se incalzato a farle. Sta a noi, cittadini di tutto il mondo – da Oristano a Myrtle Beach, nel 1983 o nel 2014 non fa differenza – decidere di usare questa benedetta democrazia al meglio e a fare sentire la nostra voce. I miei anni di attivismo mi insegnano una sola cosa: che ovunque si sia protestato in modo ordinate, informato e coerente, deciso e persistente, e *prima* dei misfatti al petrolio, è la gente che vince, in ogni parte del pianeta.

In questi giorni si raccolgono le osservazioni di contrarietà contro Ombrina Mare, la piattaforma più Fpso che qualche mente non proprio fine ha progettato a 9km da riva dalla Costa dei Trabocchi. Per chi volesse mandare osservazioni di contrarietà qui ci sono i link.