Prove su strada

Citroën C1, com’è cambiata la piccola da città – La prova su strada del Fatto.it

Compatta come la serie precedente, leggera e maneggevole, l'auto francese ha le qualità che servono per farsi apprezzare in città. Ma ha uno stile meno "giocoso" del modello precedente e il tre cilindri è più parsimonioso. Peccato che in alcuni punti gli sforzi per contenere il prezzo si vedano. Bello il maxi tetto di tela apribile

Sempre compatta e maneggevole, ma più “adulta” del modello che sostituisce. Così descrive la seconda generazione della Citroën C1 il designer italiano Carlo Bonzanigo, che del progetto ha diretto lo stile fin dai primi bozzetti: “Abbiamo capitalizzato gli elementi di successo del primo modello, cioè lo stile simpatico e l’agilità, ma abbiamo cercato di aggiungere maturità e qualità”, evitando accuratamente “l’effetto low cost” e lo stile sportivo, estranei secondo Bonzanigo alla filosofia del marchio. Gli elementi stilistici più evidenti della nuova C1 – e quelli che la differenziano maggiormente dalle sorelle Peugeot 108 e Toyota Aygo – sono quelli che il designer chiama “lo sguardo a due piani”, cioè il gruppi ottici divisi in due parti, e i montanti anteriori colorati di nero, che richiamano altri modelli del marchio francese.

Estetica a parte, la C1 è un modello molto interessante per il mercato italiano, dove il cosiddetto “segmento A” – quello di Panda, 500, Twingo e Volkswagen Up!, per intenderci – l’anno scorso ha pesato per il 19% delle vendite. È interessante perché con circa 12.000 euro (il listino parte sotto i 10.000, ma se si vogliano condizionatore, radio e alzacristalli elettrici bisogna passare all’allestimento intermedio Feel) ci si porta a casa una macchinina costruita a misura delle esigenze cittadine: consuma poco, è facile da parcheggiare, ospita comodamente quattro persone (dietro c’è spazio a sufficienza per le ginocchia) e la spesa. L’impostazione di guida è molto turistica, come dimostrano l’assetto morbido, sterzo e frizione leggeri, un feeling di guida non particolarmente emozionante ma utile a non stressarsi in città. Abbiamo avuto modo di provare la nuova C1 nei dintorni di Roma, e ci è apparsa adatta anche a qualche gita fuoriporta, anche se al tre cilindri “mille” – che secondo il costruttore consuma molto poco, complice anche la leggerezza della vettura – abbiamo preferito il “1.200”, sempre a tre cilindri, perché spinge meglio ai bassi regimi ed è più divertente di guidare. Certo, bisogna chiudere un occhio su certe rifiniture e materiali (appaiono “poveri” i sedili e i loro rivestimenti, così come le finiture del bagagliaio) e soprattutto sulla regolazione del posto di guida, ma nel complesso la nuova C1 ci è piaciuta, soprattutto nella versione con tetto di tela apribile che regala subito una bella sensazione di vacanza: la versione Airscape, però, costa circa un migliaio di euro in più rispetto a quella con tetto di lamiera. Sempre molto meno della Fiat 500C, dicono alla Citroën, ma è il caso che chi si vuole togliere lo sfizio ne tenga conto.

A proposito di accessori, la Citroën ha escogitato un buon modo per risparmiare sul navigatore satellitare: come hanno fatto altri costruttori, fra cui Opel e Volkswagen, ha pensato di sfruttare i navigatori disponibili sui diffusissimi smartphone “specchiando” lo schermo del cellulare sul touch screen da 7”. In pratica, si collega il telefono all’auto con un cavetto e poi si utilizza direttamente il sistema di navigazione del telefono, ma lo si gestisce dallo schermo incastonato nella plancia. Il Mirror Screen, che funziona con sistemi iOs e Android, costa fra i 350 e i 600 euro (a seconda delle versioni) e permette anche di telefonare e di usare altre applicazioni senza maneggiare lo smartphone. Noi l’abbiamo testato con un Samsung Galaxy III e abbiamo verificato qualche lentezza nel passaggio fra cellulare e schermo sulla plancia e qualche problema di visualizzazione, soprattutto se lo si sovraccaricava di ordini. Per chi ha bisogno di utilizzare spesso il navigatore, è meglio ricorrere a un sistema Gps tradizionale; il sistema Mirror Screen è più adatto a chi, ed il caso proprio degli utenti tipici delle citycar, lo usa saltuariamente.

Citroën C1 – la scheda 

Che cos’è: è la seconda generazione della cittadina francese nata nel 2005, che in Italia ha raccolto 140.000 preferenze su 780.000 unità vendute in Europa. Come la serie precedente, anche la nuova C1 nasce da una partnership con Peugeot e Toyota: con 108 e Aygo, condivide piattaforma, parte della carrozzeria, interni e motori
Che cosa cambia: rispetto alla vecchia C1, il modello del 2014 rimane praticamente invariato nelle dimensioni esterne, ma è più confortevole. Il nuovo motore 1.000, inoltre, consuma di meno. Si aggiunge un 1.200 più brioso e una versione con tetto di tela apribile
Principali concorrenti: oltre alle sorelle Peugeot 108 e Toyota Aygo, la Renault Twingo, le Fiat 500 e Panda, la Opel Adam e il trio Volkswagen Up!-Skoda Citigo-Seat Mii
Dimensioni: lunghezza 3,46 metri, larghezza 1,61, altezza 1,46, passo 2,34
Bagagliaio: 196 litri (che diventano 780 con i sedili abbattuti)
Massa: da 840 kg
Varianti di carrozzeria: tre e cinque porte, con tetto di lamiera oppure capote di tela ad apertura elettrica (versione Airscape) disponibile in tre diversi colori
Motori: due unità, entrambe a benzina e a tre cilindri, Euro 5; “1.000” da 68 CV (guidabile dai neopatentati) e “1.200” da 82 CV
Cambio: manuale a cinque marce oppure pilotato ETG (quest’ultimo solo in abbinamento al 1.0 VTi)
Consumi dichiarati: il motore più parco è il 1.0 da 68 CV con Stop&Start, omologato per consumi di 3,8 litri/100 km nel ciclo misto
Piace: la plancia è razionale e piacevole alla vista, l’auto è molto maneggevole nel traffico e si parcheggia in un fazzoletto (a richiesta, si può avere anche la telecamera posteriore). Ben sfruttabili anche i sedili dietro, non manca lo spazio per le ginocchia
Non convince: i sedili sono comodi, ma poco regolabili e rivistiti con materiali economici; il volante non è regolabile in profondità
L’accessorio da non perdere: costa un migliaio di euro, ma è bello e ben fatto il tetto di tela della versione Airscape. Si apre in circa 10 secondi e lascia circolare l’aria senza che il “vento” diventi fastidioso
Produzione: Kolín, Repubblica Ceca
In vendita: da fine giugno (il 26 giugno, concessionarie aperte fino alle 23), consegne da settembre
Prezzi: dai 9.950 euro della 1.0 VTi 3 porte in allestimento base Live (senza climatizzatore e con finestrini ad azionamento manuale) ai 14.350 euro della 5 porte con tetto apribile e motore 1.2 VTi (oppure 1.0 VTi con cambio pilotato ETG) nell’allestimento top Shine, che comprende anche i cerchi di lega da 15”