Cronaca

Yara Gambirasio si confidò con il fratello: “Qualcuno mi sta osservando”

La tredicenne aveva già visto Giuseppe Massimo Bossetti, accusato di omicidio aggravato. Un volto conosciuto e che, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, aveva preoccupato la ragazza tanto da parlarne con i familiari. Intanto proseguono gli interrogatori e non si esclude la pista del complice

Yara Gambirasio aveva già visto Giuseppe Massimo Bossetti, l’uomo accusato di averla uccisa il 26 novembre 2010. Un volto non sconosciuto e che frequentava i luoghi della quotidianità della ragazza. Ma non solo, secondo quanto riporta il Corriere, la tredicenne aveva raccontato al fratellino di sentirsi osservata. Già da qualche tempo la ragazzina aveva confidato che c’era un uomo che la faceva sentire a disagio e questo l’aveva molto spaventata. Poi però la situazione era sembrata tornare alla normalità e i genitori avevano evitato di tornare sull’argomento per non turbarla. Un particolare su cui lavorano oggi gli investigatori, per cercare di capire se Bossetti, accusato di omicidio aggravato, avesse già visto la tredicenne prima della sera del delitto. Ma non solo: una delle foto del profilo Facebook dell’uomo ritrae la sua auto, una volvo con un carrello per il trasporto di alianti chiusi. Alcuni abitanti del posto hanno riconosciuto il posto: “E’ via don Giovanni Sala, la strada su cui si aprono le uscite secondarie della palestra di Yara. La vedevamo spesso qui”.

Intanto proseguono gli interrogatori in quella che è la fase più delicata dell’inchiesta e non si esclude la pista del complice. Secondo il pm di Bergamo Letizia Ruggeri: “Bossetti ha seviziato Yara Gambirasio e l’ha abbandonata agonizzante nel campo di Chignolo d’Isola dove la 13enne è stata trovata senza vita il 26 febbraio 2011, a tre mesi dalla sua scomparsa da Brembate di Sopra. Un omicidio commesso con l’aggravante di aver adoperato sevizie e di aver agito con crudeltà, ma senza premeditazione”. Bossetti ha respinto le accuse e verrà sentito nuovamente nelle prossime ore. Slitta invece l’interrogatorio per la convalida del fermo davanti al gip Ezia Maccora la quale, in vista dell’udienza, avrebbe chiesto ulteriori accertamenti alla Procura. La moglie Marita Comi durante l’interrogatorio non ha fornito nessun alibi al marito: non ricorda dove fosse quella sera. Nessun orario e nessun punto di riferimento. Anche se poi in privato, riporta il Corriere, dice: “Non è un mostro. L’importante adesso è difendere i bambini”.