Politica

M5S, mozione di sfiducia per il ministro Lorenzin: “Incompetente e disattenta”

La titolare del dicastero alla Salute sarebbe stata, secondo l'accusa del Movimento 5 stelle, incapace di gestire il caso Avastin-Lucentis e avrebbe commesso numerosi errori nella vicenda Stamina

Il Movimento 5 stelle chiede le dimissioni del ministro della Salute Beatrice Lorenzin. “Si è macchiata di totali inadempienze dovute all’incompetenza o alla mancata di volontà di prendere delle posizioni” e per questo “deve essere sfiduciata”. A dirlo è la senatrice Michela Montevecchi illustrando la mozione di sfiducia. “Non ha svolto con attenzione i compiti istituzionali” sul caso Avastin, mentre il caso Stamina ne evidenzierebbe “l’incompetenza, in quanto non è stata garante della salute di tanti malati”. Sono le motivazioni della mozione di sfiducia della Lorenzin presentata da M5S.

In otto pagine, di cui sono prime firmatarie le senatrici Michela Montevecchi e Paola Taverna vengono scandite, punto per punto, le presunte inadempienze contestate. In primis, si legge, il ministro non ha tenuto presente “che nell’ultimo elenco dei farmaci essenziali stilato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’unico farmaco anti-VEGF inserito per il trattamento della Degenerazione maculare senile è l’antitumorale Avastin di Roche e non Lucentis di Novartis”, come invece accadeva in Italia. Lorenzin, inoltre, si sarebbe mostrata poco solerte nel rispondere in merito al mancato utilizzo off label dell’Avastin, denunciato in periodi non sospetti proprio dall’M5s. Le accuse riguardano anche la gestione della vicenda Stamina, in particolare rispetto alla nomina del primo Comitato di esperti, il cui “percorso di valutazione non è stato obiettivo in quanto essi si erano già espressi sul metodo con perplessità e pregiudizi”. Tanto che “alla luce della sentenza del Tar che ha evidenziato criticità e mancanza di imparzialità” è stata “necessaria” la nomina di un nuovo Comitato. “Certamente ha assunto una pesante eredità dai precedenti ministri – conclude Taverna – ma il suo operato non è stata non risolutivo nel dare una risposta a una situazione così drammatica”.