Politica

Mose, il “golden boy” Pd Davide Zoggia oscurato dall’avvento di Matteo Renzi

Da sindaco di Jesolo è riuscito a diventare presidente della Provincia nel 2004. Nonostante la sconfitta nel 2009 diventa il collante tra Roma e Venezia diventando responsabile nazionale Enti Locali del Pd su scelta di Bersani. Con Epifani diventa responsabile nazionale dell’organizzazione politica del Pd. E infine arriva il seggio. Con l'attuale segretario inizia la fase calante, sancita con il suo nome fatto da Orsoni ai om

A guardarlo così sembrerebbe un po’ il golden boy della politica del centrosinistra. Davide Zoggia, 50 anni compiuti a febbraio, originario di Jesolo, è uno dei tre nomi chiave che sono ruotati attorno alle dichiarazioni spontanee fornite dall’avvocato Giorgio Orsoni, ormai ex sindaco di Venezia, lunedì scorso davanti ai pm che ne hanno richiesto l’arresto. Zoggia, faccia da bravo ragazzo, sposato, è uscito dall’istituto Alberti di San Donà di Piave con un diploma e l’abilitazione da ragioniere commercialista. Il suo nome è nel pizzino della contabilità delle elargizioni ufficiali della Coveco.

Negli anni ’80 prima fa il consigliere comunale a Jesolo, poi diventa sindaco della località balneare del litorale veneziano vincendo le elezioni del 1990. Fare il primo cittadino a Jesolo gli vale come trampolino di lancio verso una poltrona da consigliere provinciale e assessore (Personale e Lavori pubblici) sotto la gestione di Luigino Busatto. Ha dei buoni sponsor il rampollo jesolano. È il tempo in cui a Venezia il centrosinistra, dopo la lunga egemonia Dc, si spartisce Comune e Provincia, lasciando a Giancarlo Galan di imperare sul fronte della Regione. L’abilità politica e la virtù di essere una faccia nuova lo spingono verso la poltrona di Presidente della Provincia. È il 2004 e Zoggia raccoglie il 50,5%dei voti grazie anche ad una coalizione che unisce l’allora Ulivo, il PRC, Verdi, Rosa nel Pugno, Italia dei Valori e Comunisti Italiani. Cinque anni in cui da buon ragioniere quale è Zoggia governa e gestisce senza grandi sussulti, convinto di poter concedere il bis senza problemi.

Tanta sicurezza nel porsi e nel comunicare, però, non fa i conti nel 2009 con la candidatura di Francesca Zaccariotto della Lega, già sindaco di San Donà. Il Carroccio è ancora lontano dagli scandali e a Venezia, soprattutto fuori della Laguna, c’è chi non crede più alla buona gestione del centrosinistra e alle elezioni cambia e fa vincere il nuovo vento del centrodestra. Quella che per Zoggia appare una sconfitta netta sia a livello di immagine che politica, si trasforma nella sua rinascita con un nuovo ruolo, non più locale ma nazionale. È lui che diventa il collante tra Roma e Venezia. Nel novembre del 2009 diventa responsabile nazionale Enti Locali del Pd su scelta di Pierluigi Bersani che lo nomina anche all’interno della sua segreteria nazionale. Lo si vede spesso in televisione, il suo compito di raccordare le forze locali del Pd gli riesce bene, quale capace e buon organizzatore quale si rivela. Lui esegue quel che Roma gli dice e lo fa diligentemente. E alla fine arriva il premio malgrado il passaggio da Bersani ad Epifani con il quale diventa Responsabile nazionale dell’organizzazione politica del Pd. È il prologo alla candidatura e all’elezione a deputato che avviene nel giugno del 2013 anche se per lui non viene scelto il collegio di Venezia ma quello di Padova-Verona dove, forse, lo conoscono meno per la sconfitta alle urne nel tentativo di bissare il mandato in Provincia a Venezia. In tutto questo c’è spazio anche per una sponsorizzazione, ma politica, dello zio Valerio Zoggia, che vince le elezioni comunali e diventa sindaco di Jesolo come lo era stato il nipote.

L’avvento di Renzi alla segreteria e quindi a capo del Governo, però, lo oscurano. Il resto lo fa Orsoni lunedì scorso facendo il suo nome ai magistrati assieme a quello del deputato Michele Mognato, ex vicesindaco e segretario provinciale del PD veneziano e a quello noto del consigliere regionale Giampietro Marchese. Adesso che l’avvocato veneziano, ormai ex sindaco, si è tolto i sassi dalla scarpa resta da capire in quale lago li tireranno i tre mister “x” non più senza nome.