Politica

Alcamo, schede delle amministrative da ricontare: l’ombra del voto di scambio

Il Consiglio di Giustizia amministrativa ha accolto la richiesta di Niclo Solina, candidato sindaco di una lista civica, sconfitto dal democratico Sebastiano Bonventre per soli 39 voti al ballottaggio del maggio 2012. Secondo i pm, dalle intercettazioni emergeva chiaramente il tentativo di comprare voti per l'uomo del Pd, su ordine di Papania, depennato dalle liste del partito alle ultime politiche perché considerato “impresentabile” dal collegio dei garanti

I voti delle elezioni amministrative ad Alcamo sono da ricontare. Lo ha deciso il Consiglio di Giustizia amministrativa, accogliendo la richiesta di Niclo Solina, candidato sindaco di una lista civica, sconfitto dal democratico Sebastiano Bonventre per soli 39 voti al ballottaggio del maggio 2012. Su quelle elezioni però si allunga da mesi l’ombra del voto di scambio. Il caso dei voti comprati alle amministrative nel comune trapanese era stato sollevato da ilfattoquotidiano.it, con un articolo del luglio 2013: la procura di Trapani, indagando su un attentato ai danni della segreteria politica dell’ex senatore del Pd Nino Papania (foto), aveva ordinato di intercettare alcuni uomini vicini all’ex parlamentare. Secondo i pm, dalle intercettazioni emergeva chiaramente il tentativo di comprare voti per Bonventre in cambio di denaro, su ordine di Papania, depennato dalle liste del Pd alle ultime politiche perché considerato “impresentabile” dal collegio dei garanti.

“Ogni voto sono cinquanta euro: portandomi i voti, te ne debbo dare duecentocinquanta, te ne do trecento sicuri come la morte” ,“Papania per fare eleggere Bonventre chissà cosa ha combinato”, sono alcuni stralci delle intercettazioni, riportate anche nella sentenza del Cga. “Si tratta, infatti, con ogni evidenza di elementi decisivi: quantomeno perché, a fronte di un così articolato e organizzato sistema di scambio tra ogni singolo voto, reso volontariamente riconoscibile proprio quale condizione per poterne poi esigere il pretium sceleris, e il relativo compenso pattuito (pari a 50 euro pro capite), si colorano di adeguata verosimiglianza le censure dedotte in prime cure dal ricorrente”, scrive il giudice Ermanno De Francisco, estensore della sentenza che ordina una nuova verifica dei voti, dopo che in passato la medesima richiesta di Solina era stata respinta.

“Acquisite tutte e solo le schede individuabili alla stregua dei predetti criteri (ovvero quelle valide n.d.r.), il verificatore accerterà che ciascuna di esse sia concretamente idonea a rendere riconoscibile il voto espresso dall’elettore; ma, comunque, relazionerà anche su quelle non ritenute idonee a tal fine, conteggiandole separatamente”. La prefettura di Trapani ha tempo fino al 30 settembre prossimo per riconteggiare le schede, annullando quindi quelle ritenute riconoscibili. Dopo la pubblicazione delle intercettazioni su ilfattoquotidiano.it, Bonventre aveva annunciato l’intenzione di dimettersi da sindaco di Alcamo, tornando però sui suoi passi dopo poche ore. Nel frattempo la procura aveva notificato sette avvisi di garanzia per voto di scambio a Papania e a sette persone del suo entourage. Nel maggio scorso è poi arrivata la richiesta di rinvio a giudizio: nel decreto di citazione firmato dal procuratore capo di Trapani Marcello Viola e dal sostituto Rosaria Penna, si individuano come parti lese tutti i 36mila elettori che avevano diritto di voto durante le amministrative del 2012.

Nel procedimento che inizierà il prossimo 7 ottobre, in pratica, potrebbero costituirsi parte civile ben 36mila persone: un vero e proprio record. Per allora il riconteggio dei voti sarà ultimato, al netto delle schede segnate, proprio per essere riconosciute dagli uomini vicini all’esponente del Pd.

Twitter @pipitone87