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Armi: le lobby americane investono sui bambini

National_Rifle_Association.svg (1)Sono oltre 4 milioni i bambini che solo nel 2012 hanno partecipato a dei corsi di formazione negli Stati Uniti, organizzati dalle lobby delle armi, contro i 2 milioni del 2008. Un numero sempre in crescita, un vero investimento nelle giovani generazioni. Lo rivela un articolo dell’Abc news riportando i dati della National Rifle Association (Nra), una delle maggiori lobby di armi statunitensi. 

Nikki Jones presidente della lega femminile di Austine Sure Shors di Austin, città del Texas dove si trova uno dei poligoni più frequentati da bambini afferma: “Quando si insegna a bambini così piccoli si toglie il mistero delle armi ed è già una cosa buona da fare”. In questi corsi di apprendimento infatti vengono mostrate tutte le particolarità dell’arma, si insegna a usarla correttamente e a maneggiarla con cura. “Insegniamo di non puntare mai l’arma contro qualcosa che non si voglia uccidere o distruggere” spiega orgogliosa Nikki Jones. 

Il fatturato del mercato delle armi si aggira attorno ai trenta miliardi di dollari l’anno. Sempre negli Usa si stimano circa 310 milioni di armi da fuoco in mano ai privati in tutta la nazione. La Nra sostiene che questi corsi di formazione possano aumentare la sicurezza dei futuri cittadini, ma come afferma Abc News, è sottinteso che si spera di fidelizzare e avere nuovi futuri clienti. Nei quotidiani americani le notizie che parlano di morti “accidentali” con protagonisti i bambini sono sempre più numerose. Ci sono articoli in giornali come Mother Jones che segnalano il grande aumento nelle vendite di abbigliamento antiproiettile per bambini. La Keystone Sporting Arms fabbrica un fucile Crickett calibro 22 appositamente progettato per i bambini, tanto che è pubblicizzato come “La mia prima arma”.

Un mercato in crescita, quindi, pensato sempre più per un pubblico giovanissimo. I dati sono allarmanti: secondo i Centers for Disease Control e Prevention, i bambini americani muoiono sotto i colpi di un’arma da fuoco 12 volte più spesso di quelli di tutti gli altri paesi industrializzati. L’indagine riguarda i decessi di giovanissimi under 15. Lo scorso aprile, durante un intervento nel Connecticut il Presidente Obama ha ammesso che sta facendo di tutto affinché ci siano nuovi provvedimenti che prevedono l’inasprimento delle multe e delle sanzioni per chi acquista illegalmente un’arma, ma non accenna minimamente a questi corsi organizzati dalle lobby. 

Il secondo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti stabilisce che: “Essendo necessaria alla sicurezza di uno Stato libero una ben organizzata milizia, il diritto dei cittadini di detenere e portare armi non potrà essere infranto”.

Un passaggio da sempre al centro di discussioni tra chi sostiene che faccia riferimento solo alle milizie statali e chi sostiene invece che deve essere esteso a tutti i cittadini. Benché le regole sono diverse da Stato a Stato la procedura per ottenere un’arma è simile nelle giurisdizioni statali: in buona parte degli stati americani chi ha più di 21 anni può comprare una pistola, chi ha più di 18 anni può acquistare un fucile o un fucile a canna liscia. 

Coinvolgere i bambini vuol dire convincerli che quando saranno adulti avranno nelle mani quell’oggetto che garantisce loro protezione e libertà. Hemingway diceva: ” Il mondo è un bel posto, vale la pena lottare per esso…” e probabilmente ha ragione. Preferirei sapere che a lottare per esso ci siano eserciti di insegnanti che attraverso la cultura e l’istruzione ci diano mezzi validi per combattere le nostre “guerre” quotidiane, senza bisogno di armi, per lo più in mano di ragazzi, sempre più giovani.