Cronaca

Santhià, Lorenzo Manavella confessa. Forse era drogato e cercava soldi

Il 25enne avrebbe ucciso sotto l'effetto di cocaina. Gli inquirenti gli contestano l'omicidio pluriaggravato e la rapina aggravata. Di cui sono state vittime i nonni e la zia. Le indagini dei Carabinieri di Vercelli proseguono per cercare tutti i riscontri alla deposizione del giovane durata sette ore

Dopo la confessione, ora c’è anche un movente per il massacro di Santhià (Vercelli). Lorenzo Manavella, il 25enne pallavolista che su Facebook scriveva “So di sbagliare ma non merito di essere solo”, avrebbe ucciso sotto l’effetto di cocaina e perché cercava soldi. Gli inquirenti per questo gli contestano l’omicidio pluriaggravato e la rapina aggravata. Di cui sono state vittime i nonni e la zia.

Il ragazzo, che si è costituito ieri sera alla Polizia ferroviaria di Venezia, è stato trasferito nelle notte a Vercelli dove per l’intera mattinata è stato sentito dai magistrati della Procura davanti ai quali ha confessato tutto. Sette ore di domande e risposte. Lorenzo ha colpito i nonni Tullio e Pina, e la zia Patrizia, sia con oggetto appuntito e con un coltello. I corpi delle tre vittime, tutte in pigiama presentavano, tutti, ferite sia da arma da taglio, sia derivante da un oggetto contundente. Patrizia Manavella, la zia, è stata trovata distesa sul letto in una camera al primo piano. La nonna, Pina, sul letto nella sua camera al pianterreno. Il nonno, Tullio, nei pressi della camera da letto, quasi avesse cercato di fuggire.

Ora si attende la convalida del provvedimento da parte del gip. Intanto la Procura della Repubblica di Vercelli fa sapere che le indagini proseguono per “meglio comprendere la dinamica del delitto e le ragioni dell’impulso omicida ricollegabile all’utilizzo di sostanze ad azione stupefacente”. Bisogna verficare se Lorenzo abbia agito davvero da solo. I Carabinieri del Comando provinciale di Vercelli, sono impegnati a trovare i riscontri, con tutta una serie di attività in corso alla confessione del ragazzo. I militari sono impegnati a verificare tutti i passaggi della lunga deposizione e a ricostruire ogni sfaccettatura della vicenda e della personalità del giovane anche sentendo conoscenti e parenti.