Diritti

Conchita Wurst, Eurovision e il trionfo delle diversità

La vittoria di Conchita Wurst all’Eurovision Song Contest con la sua canzone Rise Like a Phoenix segna un punto deciso a favore dell’accoglimento delle diversità riguardanti le minoranze sessuali in Europa. “We are unstoppable“, ha detto la vincitrice nel corso della successiva conferenza stampa, a coronamento di questa vittoria che, ovviamente, è una vittoria per tutti coloro che credono nella diversità come valore positivo per l’Europa.

Conchita è una drag queen, cioé una persona che, pur appartenendo al genere maschile, in alcune occasioni indossa vesti femminili. La sua figura, al pari della sua vittoria, oltre che con la musica ha dunque molto a che fare con le libertà e i diritti delle persone appartenenti a minoranze sessuali (gay, lesbiche, bisessuali e transessuali in particolare) di esprimere liberamente sé stesse in Europa, secondo uno schema giuridico le cui fonti si trovano nella Convenzione europea dei diritti umani e nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, che affermano la pari dignità di tutte le persone a prescindere dalla loro identità di genere o dal loro orientamento sessuale.

Il dato interessante è che questa riaffermata tolleranza proviene “dal basso”. Secondo uno studio condotto comparando i voti espressi durante l’Eurovision Song Contest provenienti, rispettivamente, dagli spettatori e dalle giurie qualificate, i primi risultano più aperti alla diversità rispetto alle seconde. In particolare, la divisione dell’opinione pubblica su temi inerenti alle diversità sessuali (di genere e di orientamento sessuale) è più marcata nelle giurie e meno presente nell’ambito del voto popolare, il che sembra implicare che la società europea è maggiormente attenta alla condizione della popolazione LGBT del continente rispetto alle élites.

Tra queste élites vi è il governo russo. Il vicepremier Dmitry Rogozin, disgustato dalla vittoria di quella “pervertita” di Conchita, ha infatti lanciato un tweet ammonendo tutti i sostenitori dell’integrazione europea che il loro futuro è “una donna barbuta“. E’ ironico, anzi al limite del ridicolo e comunque fuori dal tempo, che il governo russo, la cui recente politica del disgusto nei confronti della popolazione omosessuale ha posto il Paese totalmente al di fuori del sistema europeo dei diritti umani e dunque dell’Europa, si preoccupi di integrazione europea. Solo persone insensibili alle parole libertà, giustizia e uguaglianza possono sostenere questa politica del disgusto e chi la appoggia, come quei Club Forza Silvio dedicati a Putin, qualificato come “grande statista“. Anch’essi ridicoli e fuori dal tempo.

D’altro canto, che sia un discorso alto sui diritti e non la becera ironia degli omofobi a segnare il passo in Europa lo dice la stessa Conchita con la sua canzone:

You were warned/ Once I’m transformed / Once I’m reborn / I rise up to the sky.

Una volta trasformata, una volta rinata, mi innalzerò al cielo. Siete avvisati.