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Morto Vujadin Boskov: guidò la Sampdoria dello scudetto

L'ex allenatore aveva portato i blucerchiati fino alla finale della Coppa dei Campioni. In Italia era stato chiamato anche sulle panchine di Ascoli, Napoli e Roma. Diventne noto anche a chi non seguiva il calcio per le sue frasi di "logica stringente" come "E' rigore quando arbitro fischia" e "Squadra che vince non si cambia"

E’ morto all’età di 82 anni Vujadin Boskov, ex allenatore della Sampdoria. A renderlo noto è stata la stampa serba. Boskov in Italia aveva guidato anche Ascoli, Napoli e Roma. Aveva guidato la squadra blucerchiata prima allo scudetto (1991) e poi alla finale di Coppa dei Campioni (l’anno successivo).  “Ciao, grande Vuja. La Samp piange un mito”, si legge nella homepage del sito internet del club guidato dai Garrone. La stampa serba spiega che i funerali si svolgeranno martedì prossimo a Begec, nella sua città natale. 

Boskov divenne noto anche a chi non seguiva con particolare attenzione il calcio per via della sua simpatia e delle sue frasi ironiche e di “logica stringente”, che spesso tendevano ad andare in controtendenza rispetto a uno sport – il calcio – che si è via via alimentato sempre di più di chiacchiericcio e polemiche su arbitri, calciomercato, rapporti tra società, allenatori e giocatori. Le frasi più celebri sono diventate “E’ rigore quando arbitro fischia” e “Squadra che vince, non si cambia“, ma se ne possono aggiungere a decine: “Chi non tira in porta non segna”, “Gli allenatori sono come i cantanti lirici. Sono molti e anche bravi, ma soltanto due o tre possono cantare alla scala di Milano”, “Nel calcio c’è una legge contro gli allenatori: giocatori vincono, allenatori perdono”, “Più bravi di Boskov sono quelli che stanno sopra di lui in classifica“, “Squadra che vince scudetto è quella che ha fatto più punti”, “Un 2 a 0 è un 2 a 0, e quando fai 2 a 0 vinci”.