Scienza

Alzheimer, in Usa iniziati i test per iPad e iPhone per la diagnosi della malattia

Il mondo dei 'videogiochi che fanno bene' sta diventando piuttosto affollato negli ultimi anni. Sperimentazioni sono in corso anche sulla schizofrenia da parte del centro ricerche statunitense Brain Plasticity, mentre altri progetti stanno utilizzando Nintendo Wii e Playstation per la riabilitazione delle vittime di ictus, solo per fare alcuni esempi

Altro che roba da adolescenti o studenti universitari fannulloni, i videogiochi possono servire a diagnosticare e persino a curare delle malattie. L’ultimo esempio viene dagli Usa, dove sono appena iniziati i primi test di un videogioco per iPad e iPhone che potrebbe diagnosticare l‘Alzheimer e persino curare altri problemi neurologici.

Il gioco, spiega la rivista Ieee Spectrum, si chiama Project:Evo, ed è stato ideato dalla start up Akili Interactive Labs, che ha già trovato un paio di multinazionali farmaceutiche interessate a finanziare i test. Muovendo il dispositivo l’utente indirizza un alieno che percorre un fiume, e allo stesso tempo deve premere sullo schermo in corrispondenza di pesci o uccelli. L’esercizio, messo a punto dal neuroscienziato dell’università di San Francisco Adam Gazzaley, mette in moto quello che in neurologia si chiama ‘elaborazione di interferenza’, una funzione che è tra le prime a venire meno in caso di problemi neurologici. Attualmente l’Alzheimer viene diagnosticato con certezza solo con una Pet, un esame molto costoso al cervello in cui si ricercano le placche amiloidi, accumuli di proteine che causano la malattia. Nel test sono stati reclutati pazienti che hanno un’alta quantità di placche e altri ancora all’inizio della malattia, per verificare se questo influisce sui punteggi di gioco. “Se riusciamo a dimostrare che i risultati del gioco sono proporzionali alle placche – spiega uno dei fondatori della compagnia, Eric Elenko – avremo un metodo di diagnosi economico e preciso”.

In altre sperimentazioni in corso i ricercatori della compagnia cercheranno di verificare se un uso regolare del gioco possa migliorare i sintomi di deficit di attenzione, autismo e depressione, in cui è coinvolto lo stesso meccanismo neuropsicologico. “Abbiamo creato un prodotto che sembra un gioco di intrattenimento – spiega – ma che in realtà è basato sulla scienza. Il sistema raccoglie dati 30 volte al secondo mentre l’utente gioca e li analizza in tempo reale. Potremmo metterlo direttamente sul mercato, ma preferiamo fare i test e farlo registrare dall’Fda come dispositivo medico”.

Il mondo dei ‘videogiochi che fanno bene’ sta diventando piuttosto affollato negli ultimi anni. Sperimentazioni sono in corso sulla schizofrenia da parte del centro ricerche statunitense Brain Plasticity, mentre altri progetti stanno utilizzando Nintendo Wii e Playstation per la riabilitazione delle vittime di ictus, solo per fare alcuni esempi.