Scienza

Kepler 186f: non siamo soli?

E’ di questi giorni la scoperta dell’Esopianeta Kepler 186f. La notizia non dovrebbe ormai più sorprenderci, viste le continue scoperte che mettono spesso in dubbio, a livello di conoscenze astronomiche e fisiche, quanto acquisito fino ad oggi. Ma la vera notizia sarebbe che questo Esopianeta, facente parte della costellazione del Cigno e distante soli 500 anni luce, sarebbe un “gemello” della Terra.

Consideriamo che la notizia è stata rilasciata pochi giorni dopo la conclusione di un convegno organizzato dalla Specola Vaticana a Tucson, in Arizona, dove centinaia tra i più importanti astronomi esobiologi e astrofisici del pianeta hanno dibattuto sulla ricerca della vita oltre il Sistema Solare.

Sulla questione della vita extraterrestre, come sappiamo, ci sono due scuole di pensiero.

Quella dello studio della presenza di tracce passate o attuali di extraterrestri: di cui fa scuola il buon Carl Sagan che, con una posizione oscillante tra lo scettico ed il possibilista, comunque affermava che probabilmente gli extraterrestri avevano già visitato il nostro pianeta in un remoto passato (vedi intervista a The Stars and Stripes del 26.11.1962). Ricordiamo anche che Sagan, pur allontanandosi dall’“ingombrante” ricerca sul fenomeno Ufo, sostenne sempre la necessità di studi approfonditi, eventualmente per smontarne tali “credenze”. Tale posizione viene oggi sposata da Paul Davies.

Non dimentichiamo che nell’agosto del 1970, durante il congresso dell’Unione Astronomica Internazionale il premio nobel professor Antony Hewish, scopritore delle pulsar,con una mozione, aveva fatto stabilire la necessità di secretare la notizia dell’eventuale esistenza di civiltà extraterrestri. Questo per evitare l’effetto shock e non controllato che tale notizia avrebbe avuto sulla gente comune. Il film Contact con Jodie Foster, tratto da un libro di Sagan, sembra ipotizzare tale scenario.

Oggi la febbre per notizie sulla vita Extraterrestre sembra scemare in rapporto alle continue novità e annunci di scoperte. Se pensiamo che è stato proprio il Vaticano tramite il direttore della Specola Vaticana Padre Funes, sull’Osservatore Romano del 13 maggio 2008, in prima pagina a caratteri enormi, a scrivere e ragionare sul tema con il titolo: “L’extraterrestre è mio fratello, molto è cambiato da allora.

Telescopi spaziali, programmi ad hoc per la ricerca di forme di vita extraterrestre, dibatti in vari settori del mondo accademico da una parte, hanno contribuito anche a creare, nell’immaginario collettivo, la figura dello scienziato pioniere o di team di ricerca poco trasparenti o accessibili. Oggi poi esistono programmi per pc e tablet con cui essere aggiornati in tempo reale sui nuovi pianeti appena scoperti, come il programma ios Exoplanet. Dall’altra parte ci sono i dati ufficiali del ministero della Difesa o di apparati di Intelligence che pubblicano in chiaro studi statistici sulla presenza nei nostri cieli di oggetti volanti ipertecnologici che sfidano le nostre conoscenze e capacità scientifiche. L’ultimo in ordine di arrivo è lo studio fatto da due giornalisti di Intelligence e non ufologici, sui Dossier della nostra Aeronautica Militare, con documentazione inoppugnabile.

Dunque le notizie come quelle della scoperta di Kepler 186f,che ci fanno sognare un mondo come il nostro, magari abitato da un’altra civiltà extraterrestre, e le notizie quotidiane sugli ufo sembrano sinergicamente convergenti verso un momento topico: quello dell’annuncio che molti attendono, e cioè che “non siamo soli”.