Politica

Berlusconi cambia registro: “Io sono uomo delle istituzioni, rispetto le sentenze”

Pesa il precetto del giudice di sorveglianza di non parlare male dei magistrati. E il Cavaliere è obbligato a utilizzare sinonimi: "Correnti della giustizia hanno finalità politiche". E sull'Europa attacca: "Dobbiamo togliere il fiscal compact e sforare il limite del 3%"

Per non dire magistratura ha detto “giustizia“. Si è detto “uomo delle istituzioni” che darà “corso alle decisioni della magistratura“. Il massimo che si è concesso è definire “ingiusta” la decisione dei giudici. Nella prima uscita pubblica dopo che il giudice di sorveglianza lo ha affidato in prova ai servizi sociali, Silvio Berlusconi trova difficile soprattutto non mettere mano al suo più riuscito repertorio in campagna elettorale: attaccare la magistratura. Tra i precetti che il tribunale di sorveglianza ha posto c’è infatti quello di rispettare rispettare “regole e istituzioni” e di non offendere ulteriormente i magistrati. E la paura dei domiciliari non può non esserci. Berlusconi presenta le liste di Forza Italia alle elezioni europee e appare ringalluzzito. D’altra parte la figura del Cavaliere resta ancora oggi legittimata (nonostante condanna, decadenza, ineleggibilità, interdizione), come diceva oggi l’Economist. “Il messaggio che Berlusconi non era un criminale qualsiasi ma il leader del principale partito conservatore – ha scritto il giornale britannico – è stato trasmesso efficacemente ai giudici quando ha trascorso alcune ore con il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, a discutere di una riforma costituzionale che richiede l’appoggio del suo partito in Parlamento”. 

E allora il Cavaliere non pare alle strette. Tutt’altro. “E’ la prima volta – ha detto Berlusconi in conferenza stampa – che dopo 20 anni non sono candidato. Sono stato sempre il più votato con 3 milioni di voti per ogni elezione. Mi spiace ma non potrò portare il mio contributo, anche se nel simbolo rimarrà il nome di Berlusconi. Questa mia impossibilità di essere votato e di votare accade per un’ingiusta decisione della magistratura per un fatto inesistente“. Sono “certo” – ha proseguito – che i miei legali “arriveranno ad ottenere un annullamento totale della sentenza” a Strasburgo. E’ pronta, ha sottolineato, “un’istanza di revisione con prove documentali e testimoniali assolutamente incontrovertibili”. Quanto alla decisione del giudice di sorveglianza che lo “ha obbligato a dedicare parte del mio tempo a persone in difficoltà” la prende con molta filosofia: “Questa cosa mi ha fatto addirittura piacere perché nella mia vita ho fatto sempre attività di supporto a chi ha bisogno” e quindi farà tutto “più che volentieri” e cercherà “di essere utile”.

Però di giustizia e di magistrati parla“Certamente. La grande maggioranza degli italiani ritiene quella della Giustizia la riforma delle riforme”. . Innanzitutto la Consulta è rimasta ovviamente di sinistra: “C’è da cambiare il sistema di elezione dei membri della Corte Costituzionale – ha detto – Oggi cinque membri della Consulta “possono essere eletti dal presidente della Repubblica. Ma gli ultimi tre presidenti sono stati di sinistra e hanno eletto altrettanti membri di sinistra. Per cui da organo sopra le parti la Corte Costituzionale è diventato organismo politico della sinistra”. E poi trova un modo curioso per sostenere la tesi che porta avanti da anni: “Sappiamo come ci sia una corrente della Giustizia che ha dichiaratamente finalità di intervento nella politica”. Tuttavia “io sono un uomo delle istituzioni, in attesa che sia riconosciuta la mia innocenza darò corso alle decisioni della magistratura“. Oppure dribbla le domande che possono metterlo in difficoltà: fa il gesto di cucirsi la bocca, quando in conferenza stampa gli viene chiesto se ritenga che la sentenza Mediaset sia stata fatta per favorire la sinistra. Il leader di Forza Italia sorride e non risponde, ma aggiunge: “Pensate solo a quello che è successo con Mani pulite, nel ’92-93…”.

Infine il merito delle elezioni europee. “I nostri candidati rappresentano al meglio le anime del centrodestra – ha detto Berlusconi – Abbiamo cercato coniugare novità ed esperienza“. “Ci sono tutti i trattati da rivedere: il patto di stabilità, rivedere o annullare il fiscal compact“. “Ricordo – aggiunge l’ex presidente del Consiglio – che all’ultimo Consiglio Europeo al quale partecipai posi il veto ed imposi due clausole. Facendo i calcoli dopo la presentazione all’improvviso da parte della Germania, vidi che avremmo dovuto ridurre il debito pubblico di 50 miliardi all’anno e chiesi un sospensione dei lavori”, mentre il governo Monti era schiacciato sulle posizioni della Merkel (peccato che a fine 2012 Berlusconi volesse Monti come capo della coalizione dei moderati). “Oggi, non solo in Italia, la recessione è diventata depressione” e perciò sono “convinto che si debba puntare a eliminare il fiscal compact e consentire ai Paesi lo sforamento del 3% annuo nel rapporto tra deficit e Pil”, un vincolo “che nella situazione attuale dell’economia è antistorico“. 

L’appello è agli elettori “moderati”, agli “indecisi”, a coloro che sono “delusi dalla politica“. “Io sono spaventato dagli ultimi sondaggi che indicano il 46%-47% degli italiani che andranno a votare per le Europee. Ci sono 24 milioni di italiani che non hanno intenzione di votare o andare a depositare nell’urna una scheda bianca. Nell’altra parte altri 24 milioni divisi in tre parti: noi, la sinistra con i suoi alleati ed il partito dell’antipolitica di Grillo e delle Cinque Stelle”.

Per finire l’attacco al governo e a Renzi: “Non si è mai candidato”, dice. “Il governo di Renzi propone finalmente delle riforme” e “abbiamo dato il nostro impegno ad approvarle”. Si tratta della “riforma dei poteri che riguardano le Regioni e lo Stato” e “cambiare l’assetto parlamentare del Paese attraverso la fine del bicameralismo perfetto”. Ma il disegno di legge sulle riforme costituzionali prevede “un sistema di Senato che non condividiamo nella maniera più assoluta”, così come “molti parlamentari del Pd non lo condividono: ne ho parlato con Renzi che è disponibile a sedersi a un tavolo e trovare un sistema che sia utile al Paese”. E l’ex presidente del Consiglio sottolinea però la condivisione dei punti cardine della riforma: “Nell’accordo con Renzi abbiamo stabilito che il Senato deve costare di meno, non deve essere eletto e non deve votare la fiducia”. E sulla legge elettorale “insistiamo che occorre approvare la riforma al più presto possibile. Non capiamo la necessità della sinistra” di “posporla alla riforma del Senato. Forse hanno paura di non trovare nel Senato i voti sufficienti. Ci preoccupa che questo governo non ha il controllo completo del suo apparato parlamentare”.