Politica

M5S, Grillo parafrasa Primo Levi. Comunità ebraica: “Infame provocazione”

Sul blog compare una rivisitazione di "Se questo è un uomo". Nel mirino Renzi, Napolitano e i cittadini-elettori "ignavi". Gattegna: "Una profanazione criminale". Fiano: "Chi conosce la storia, lo punirà nelle urne". Ma Giarrusso difende il comico: "Interpretare è trasmettere". In serata il comico respinge le accuse: "Vogliono depistare l'attenzione dal contenuto"

P2 macht frei“, cioè “la P2 rende liberi“. Poi 44 righe “liberamente ispirate” a Primo Levi. Beppe Grillo si improvvisa ebreo. Di più, si improvvisa novello simbolo della Resistenza al nazismo indossando i panni dello scrittore torinese che, dopo essere stato deportato ad Auschwitz nel ’44, scrisse i più importanti libri sulla memoria dell’Olocausto. L’occasione non è un post celebrativo a pochi giorni dal 25 aprile. Grillo infatti si appropria del celeberrimo incipit di “Se questo è un uomo” per stravolgerne il significato e usarlo per un nuovo l’attacco (l’ennesimo) a Renzi (“un volgare mentitore assurto a leader da povero buffone di provincia”), la critica a Napolitano (“un vecchio impaurito delle sue stesse azioni che ignora la Costituzione”) e soprattutto la predica ai cittadini-elettori “disinteressati della cosa pubblica”, agli “ignavi” affinché “meditino sul fatto che “per i vostri figli non ci sarà speranza”. Nel corso della giornata la polemica è montata, con reazioni indignate nel mondo della politica e nella comunità ebraica, e in serata Grillo, nel corso del suo show al Palottomatica di Roma, ha replicato alle accuse che gli sono piovute addosso. “Primo Levi scrive un libro straordinario, prendo una sua poesia per onorare uno scrittore come lui, uno che dice di non abbassare mai la testa e cosa succede? Si prendono questa roba per depistare l’attenzione dal contenuto“. 

GATTEGNA (UCEI): “INFAME PROVOCAZIONE” – Il post arriva alla vigilia del ritorno alla Camera del disegno di legge sul voto di scambio politico-mafioso contro cui i Cinque stelle hanno fatto opposizione. Ma adattare ai propri scopi, anche politicamente legittimi, un testo ormai studiato nelle scuole come massima testimonianza scritta da uno dei 20 sopravvissuti (su un totale di 650 ebrei italiani arrivati con Primo Levi al campo di Buna-Monowitz) pare troppo anche per Grillo che dell’esagerazione ha fatto una bandiera. E infatti non tardano ad arrivare le reazioni sdegnate dei rappresentanti delle Comunità ebraiche italiane. “Con l’ultima infame provocazione Beppe Grillo solletica i più bassi sentimenti antisemiti e cavalca il malcontento popolare che si addensa in questi tempi di crisi – spiega il presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei) Renzo Gattegna – E’ un’oscenità sulla quale non è possibile tacere. Si tratta infatti di una profanazione criminale del valore della Memoria e del ricordo di milioni di vittime innocenti che offende l’Italia intera”.

FIANO (PD): “CHI CONOSCE LA STORIA, LO PUNIRA’ NELLE URNE” – Ancora più duro il deputato democratico Emanuele Fiano, unico superstite di tutta la sua famiglia deportata e sterminata ad Auschwitz. “A tutto c’è un limite – spiega Fiano – Insultare la tragedia della Shoah, le sue vittime e anche la persona di Primo Levi, morto suicida, per non essere riuscito più a sopportare lo strazio del ricordo, è proprio non avere idea di cosa significhi quella sofferenza; urlare, insultare, bestemmiare, pur di fare notizia. Questo è Grillo, e questi sono i grillini se lo seguiranno anche oggi in questo insulto alla civiltà. Se lo lasci dire da uno la cui famiglia fu sterminata a Auschwitz: ora basta, chi si prende gioco di quella tragedia sta idealmente dalla stessa parte di chi la provocò. Chi conosce quella storia, lo punirà nelle urne“. Ancora più duro il presidente dei senatori Pd Luigi Zanda: “Il post di Grillo può essere definito in un solo modo: fascismo di stampo nazista“.

L’INVETTIVA CONTRO GLI IGNAVI – “Se questo è un Paese” è il titolo dell’intervento di Grillo, accompagnato anche da una foto ritoccata che ritrae l’ingresso del campo di stermino di Auschwitz. Non più “il lavoro rende liberi”, ma “la P2 rende liberi”, è la scritta rivisitata dal comico genovese. L’attacco è rivolto, oltre che ai soliti politici, specialmente Renzi e Napolitano, a quei cittadini – sicuramente non gli iscritti e i militanti del Movimento 5 stelle – disinteressati alla politica. Quelli che “si occupano della cosa pubblica come se fosse estranea” e, allo stesso modo, non fanno caso “alla vita delle persone meno fortunate”. A costoro, quelli che educano i loro figli a “essere indifferenti e servi” – Grillo chiede di “considerare se questo sia un Paese che vive nel fango, che non conosce pace ma mafia, in cui c’è chi lotta per mezzo pane e chi può evadere centinaia di milioni”. Un Paese, secondo il fondatore del M5S, “nato dalle morti di Falcone e Borsellino dalla trattativa Stato mafia, schiavo della P2, comandato da un vecchio impaurito (Napolitano, ndr) delle sue stesse azioni che ignora la Costituzione”.

GIARRUSSO (M5S): “PARAFRASARE LEVI E’ TRASMETTERLO A TUTTI” – A difesa di Grillo parla Mario Giarrusso, senatore catanese del Movimento 5 stelle: “Primo Levi è un grandissimo scrittore, appartiene a tutti gli italiani: parafrasarlo è un mezzo per veicolare il suo messaggio – spiega ai microfoni di Tgcom24 – Il presidente della Repubblica è sempre coinvolto in prima persona su tutte le sventure che ci stanno capitando”. Di parere opposto Tommaso Currò, deputato dissidente del M5S: “E’ una parafrasi che non sta in cielo né in terra, è offensiva e peraltro tocca un tema rispetto al quale c’è una sensibilità profondamente diffusa. Si sa benissimo che se vai a toccare questo tema procuri dei problemi perché quella frase lì rappresenta il simbolo di una tragedia di sconfinate proporzioni di cui noi tutti, sia chi ha una sensibilità orientata a sinistra ma anche a destra, ci facciamo carico. Non vedo perché in una campagna elettorale bisogna tirare in ballo questo tema”, commenta a Radio 24.

CRITICHE BIPARTISAN CONTRO IL POST DI GRILLO – Contro Grillo arrivano le critiche di tutti i partiti. In primis dal Pd: Alessandra Moretti, capolista per le europee nella circoscrizione Nord Est: “Se questo è un comico – scrive su Twitter – Vergogna e tristezza per questo oltraggio alla memoria. Chi non conosce e insulta la storia non merita di rappresentarci in Europa”. Sempre dal Pd il responsabile Comunicazione Francesco Nicodemo twitta: “Ci sono cose che non dovrebbero essere mai fatte. Soprattutto mancare di rispetto alla memoria e al dolore collettivo collegato. Vergogna!“. E su Twitter scrive anche il capogruppo Pd alla Camera Roberto Speranza: ”Caro Grillo non si va in Europa vellicando i più biechi sentimenti antisemiti. L’Europa e esiste se promuove giustizia e diritti”. Per l’Udc è Lorenzo Cesa a esprimere il suo disappunto: “Utilizzare una tragedia come il genocidio, la Shoah, con l’obiettivo di insultare il presidente della Repubblica e il capo del governo è quanto di più abietto e spregevole ci possa essere”. Per Forza Italia, parlano Mara Carfagna, Stefania Prestigiacomo e Lara Comi che condannano unanimemente la parafrasi grillina. 

GRILLO A ROMA PER L’ULTIMA TAPPA DELLO SHOW – Intanto Beppe Grillo è arrivato a Roma per l’ultima tappa del suo tour, ‘te la do io l’Europa‘. Il leader M5S chiude stasera il suo spettacolo che lo ha visto calcare il palco in otto città italiane. L’appuntamento è alle 21 al Palalottomatica, dove in platea siederanno anche diversi parlamentari M5S che hanno precisato di aver pagato il biglietto per assistere allo show. Sotto l’hotel nel cuore della Capitale, a due passi dai Fori Imperiali, sono arrivati giornalisti, cameraman e fotografi per strappare uno scatto o una dichiarazione al leader M5S da ieri chiuso nella sua stanza.