Cronaca

Roberto Berardi, presidente della Guinea: “Presto imprenditore sarà scarcerato”

Il 49enne di Latina è detenuto nel paese africano da oltre un anno. E' accusato di truffa e appropriazione indebita, ha denunciato di aver subito torture in cella. Anche il vicepresidente della Commissione Ue, Antonio Tajani ha espresso ottimismo: "Soluzione vicina"

Potrebbe essere liberato presto Roberto Berardi, l’imprenditore italiano detenuto da oltre un anno nelle carceri della Guinea Equatoriale. Lo spiraglio è arrivato dal presidente Teodoro Obiang Nguema Mbasogo che in un incontro con il vicepresidente della Commissione Ue, Antonio Tajani, ha dichiarato: “La Guinea è impegnata per una soluzione rapida per liberare l’imprenditore”. Anche Tajani ha espresso ottimismo al termine del faccia a faccia: “Il presidente mi ha annunciato l’imminente liberazione” per “motivi umanitari”. Berardi, imprenditore edile di 49 anni, originario di Latina, è accusato di truffa e appropriazione indebita, ed è stato condannato a una pena di due anni e quattro mesi. L’uomo ha denunciato di aver subito torture in cella, come dimostrano gli autoscatti che è riuscito a far arrivare in Italia e che ilfattoquotidiano.it ha pubblicato a febbraio (guarda).

Non c’è ancora però nessuna data certa per la scarcerazione: “Non possiamo dire quando sarà liberato, ma stiamo negoziando rapidamente perché il cittadino italiano abbia la libertà”, ha aggiunto il presidente della Guinea Teodoro Obiang Nguema Mbasogo. La liberazione avverrà, ha riferito Tajani, “non appena verranno definiti alcuni dettagli tra il governo italiano e quello della Guinea Equatoriale”. “Ho ringraziato il presidente Obiang per questo provvedimento di grazia adottato per motivi umanitari”, ha sottolineato Tajani, aggiungendo di considerare “molto positivo che l’annuncio della liberazione dell’imprenditore sia stato dato al Commissario europeo dell’industria, e ho fatto sapere al presidente che questo gesto sarà molto apprezzato dal mondo imprenditoriale europeo”.

“E’ un importante risultato – ha commentato il presidente della Commissione Diritti Umani del Senato Luigi Manconi -, ottenuto grazie alla tenacia dei suoi familiari e al determinante intervento del vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani”.