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Ucraina, centinaia di attivisti dispersi. “Temiamo torturati a morte da polizia”

Sos Maidan si occupa dei manifestanti scomparsi, che sono 259. "La nostra ipotesi è che alcuni di loro siano tenuti in ostaggio da gruppi che sostenevano Yanukovich", dicono. Molti, forse, volevano far perdere le proprie tracce. Nelle ultime settimane, però, sono stati ritrovati diversi cadaveri nelle campagne vicino Kiev

259 persone, di cui 12 in Crimea, risultano attualmente disperse dall’inizio della protesta di Maidan Nezalezhnosti a Kiev. Sono gli ultimi numeri di SOS Maidan, il gruppo che dall’inizio della protesta contro l’ormai ex presidente Yanukovich si occupa di raccogliere le segnalazioni delle persone scomparse. Durante gli scontri del mese scorso, quando il numero dei dispersi è aumentato in maniera esponenziale, le autorità ucraine avevano permesso ai membri dell’opposizione di accedere ai commissariati ma centinaia di attivisti non sono stati mai trovati. SOS Maidan, con il supporto di un team di avvocati volontari, continua a investigare sulle segnalazioni fatte dalle famiglie degli attivisti.

“La nostra ipotesi è che alcuni di loro siano tenuti in ostaggio da gruppi che sostenevano Yanukovich“, spiega a ilfattoquotidiano.it Alexandra Alissa Novitchova, coordinatrice di SOS Maidan. “Per questo temiamo che anche altre persone siano state torturate a morte dalla polizia ucraina”. Infine, molti attivisti potrebbero aver fatto perdere volontariamente le proprie tracce per evitare di essere arrestati. Negli ultimi mesi diversi cadaveri sono stati ritrovati nella capitale ucraina, altri nelle campagne. Come racconta il New York Times, il primo caso risale a gennaio e riguarda Yuriy Verbytskyi, semiologo, il suo corpo è stato abbandonato in una foresta vicino a Boryspil. “A Kiev abbiamo ritrovato due corpi alla sede del sindacato dei lavoratori”, racconta Novitchova. “Non siamo riusciti ancora a identificarli ma potrebbero essere due persone della nostra lista”.

Dimitry Bulatov, altro attivista anti Yanukovich, era invece scomparso a fine gennaio. Bulatov sostiene di essere stato recluso e torturato per una settimana da un gruppo di forze speciali russe. Il Ministero degli Interni, allora ancora guidato da Yanukovich, lo accusò di aver inscenato la sua scomparsa. La stampa ucraina ha riportato anche la vicenda del rapimento di Igor Lutsenko che in un’intervista ha raccontato di essere stato interrogato e picchiato da persone che parlavano russo e che sembravano degli ufficiali di polizia in borghese. In una situazione altamente politicizzata e con una composizione così variegata di correnti che hanno preso parte alla protesta – dai discussi nazionalisti di “Settore Destra”, che hanno militarizzato il servizio di sicurezza di Maidan, ai gruppi di sinistra oppositori del partito di Yanukovich – è difficile separare la realtà dalla propaganda.

In piazza si sono diffuse molte leggende sulla scomparsa dei manifestanti. “Abbiamo indagato su diverse storie poi risultate false come quella della cremazione di cento attivisti da parte delle autorità governative prima della fuga di Yanukovich”, continua Novitchova. Ora la situazione si fa ancora più complicata per quanto riguarda la Crimea, la regione invasa dalle truppe russe. Al momento le persone scomparse sarebbero 12 ma potrebbero essere molte di più. Tre giorni fa, un attivista, Igor Kirushenko, ha mandato un messaggio dicendo di essere detenuto in un appartamento con altre persone. Da allora non si hanno più sue notizie. “Il problema con le persone rapite in Crimea è che potrebbero essere in carcere ma le autorità della regione non hanno contattato i familiari dei detenuti né hanno dato loro la possibilità di assistenza legale”, afferma Novitchova. “Ho molta paura che in queste condizioni non riusciremo mai a trovarli”.