Cronaca

Trattativa Stato-mafia, parlamentari M5s: “Facciamo da scorta a pm Di Matteo”

Una delegazione di senatori e deputati è arrivata nell'aula bunker di Rebibbia dove si svolge una nuova udienza che si aprirà con il controesame dell'ex militante di Avanguardia Nazionale Fabio Bellini. Sarti (M5s): "Siamo qui per far sentire la presenza dello Stato"

Una delegazione di parlamentari del Movimento 5 stelle è arrivata nell’aula bunker di Rebibbia dove si svolge una nuova udienza del processo sulla trattativa Stato-mafia. La seduta si aprirà con il controesame dell’ex militante di Avanguardia Nazionale Fabio Bellini. Seguirà poi l’interrogatorio del pentito Fabio Tranchina. I 22 senatori e alcuni deputati grillini hanno deciso di partecipare “per fare da scorta civile al magistrato Di Matteo”, pm nel processo e di recente vittima di minacce da parte del boss di Cosa nostra Totò Riina. Il senatore Mario Giarrusso, membro della Commissione Giustizia e della Commissione Antimafia ha pubblicato una foto di gruppo su Facebook con un messaggio: “Vogliamo ribadire che Di Matteo non si tocca, che siamo con i magistrati minacciati dalla mafia, ma soprattutto che difenderemo il processo dai suoi tanti nemici, istituzionali e no. A riveder le Stelle”.

Al suo fianco anche la deputata Giulia Sarti, collega della Commissione antimafia: “Siamo qui”, ha spiegato, “per far sentire la presenza dello Stato, perché non bastano le manifestazioni di solidarietà ma occorre farsi sentire con la propria presenza fisica. Siamo qui anche per mandare un messaggio: la commissione antimafia non deve servire solo per fare conferenze. Serve un comitato che si occupi della trattativa stato-mafia, delle minacce di Riina, dei rapporti tra Dap e Aisi, dei nessi tra la trattativa di allora e quello che sta accadendo oggi. Al di là degli accertamenti che si stanno facendo oggi occorre chiarire le responsabilità politiche”, conclude. Nuova manifestazione di solidarietà per il pm Di Matteo anche degli attivisti di Scorta Civica che anche oggi si sono ritrovati fuori dall’aula bunker di Rebibbia con striscioni e cartelli.