Politica

La confusione del ministro Giannini: “Via gli indagati dal governo? Sì, no, forse”

I membri del governo indagati devono dimettersi? Si, no, forse. Il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini, a Napoli per firmare l’accordo di programma quadro per la ricostruzione dello Science Centre della Città della Scienza, dimostra di non avere le idee chiare su quale debba essere il futuro dei ministri, sottosegretari e viceministri del governo Renzi indagati (Lupi, Barracciu, Del Basso de Caro, De Filippo e Bubbico), dopo il passo indietro di Antonio Gentile, ex sottosegretario alle infrastrutture. Così, a domanda diretta (“devono dimettersi?”) si lascia sfuggire un laconico “Sa come la penso, quando si crea imbarazzo al Governo…”. Poi, pochi minuti dopo, quando le chiediamo di chiarire la sua posizione torna sui suoi passi: “Volevo dire che io sono garantista come credo si debba essere, quindi saranno gli sviluppi delle varie vicende a dare delle soluzioni”. Nessuno deve seguire l’esempio di Gentile? “No, mi sembrano casi diversi per quel poco che ne so”  di Andrea Postiglione