Cronaca

Mafia, i boss: ‘La droga la carichiamo in Guyana nelle confezioni di ananas’

“Di ananas sono 28mila dollari. Arriva al porto come quando fosse pulito perché fanno tutto legale”. In realtà l”ananas’ di cui parlano gli arrestati dell’operazione ‘New Bridge’ è cocaina che la ‘ndrangheta e la mafia americana facevano arrivare al porto di Gioia Tauro in Calabria. È il boss di New York Franco Lupoi al telefono con Vincenzo Parrelli trafficante di droga della Locride, intercettati dallo Sco (il Servizio centrale operativo della Polizia di Stato) e dalla FBI, a spiegare il traffico di droga e il metodo per nascondere la cocaina nei container che contenevano succhi di ananas e cocco: “Bisogna toglierla, perdita di tempo ce ne è… Non è che quanto si lavora, prima di venderla ci vogliono un paio di giorni. Fanno confezioni da un chilo, devono pressarli, per fare i pacchetti…nelle lattine, nelle lattine dell’ananas”. Con l’operazione ‘New Bridge’, la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria ha assestato un duro colpo al traffico internazionale di stupefacenti ricostruendo i contatti e i rapporti tra le cosche della Locride e la famiglia mafiosa Gambino di New York. Questa era rappresentata proprio da Franco Lupoi accusato di aver realizzato, con esponenti della ‘ndrangheta jonico-reggina, trattative per l’apertura di un canale di traffico di cocaina fra la Guyana (Sud America) ed il porto di Gioia Tauro. Un canale subito scoperto grazie a un agente del Fbi, infiltrato nell’organizzazione criminale, che ha seguito in prima persona l’evolversi della sinergia tra cosche calabresi, famiglie mafiose americane e narcos  di Antonio Massari e Lucio Musolino