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In Cina l’amante è vietata per decreto

Pechino – Viene prima la corruzione o vengono prima le amanti? In Cina, troppo spesso, le seconde sono solo manifestazione visibile della prima. Così un distretto della municipalità di Shenyang – capoluogo da 8 milioni di abitanti della regione nordorientale del Liaoning – ha emesso nuove “norme comportamentali” per i dipendenti pubblici. Oltre a proibire comportamenti come il gioco d’azzardo, il consumo di droga e la diffusione di “voci” su internet, si vietano le relazioni extraconiugali. Ma in Cina, per gli uomini di potere, mantenere un’amante è cosa comune. Una ricerca dell’Università del popolo di Pechino, ha dimostrato come il 95% dei funzionari corrotti ha avuto relazioni extraconiugali a pagamento e il 60% ha mantenuto almeno un’amante. Le chiamano ernai, che letteralmente significa “seconda donna”.

Zheng Tiantian, antropologa sociale dell’Università statale di New York, questo tema non lo ha solo studiato. Per due anni ha lavorato in un karaoke della metropoli di Dalian e racconta la sua esperienza in un libro sconvolgente : Red Lights (2009). “Gli uomini più potenti -scrive- erano quelli che potevano controllare emotivamente e fisicamente e loro amanti. Approfittavano di loro e poi le abbandonavano”. 

Di esempi ce ne sono a non finire. Dal funzionario che nel 2002 ha indetto la prima (e unica) competizione annuale per decidere quale delle sue 22 amanti fosse la più piacevole, a Liu Zhijun ex ministro delle ferrovie condannato a morte sospesa per aver preso tangenti per un valore di 3,6 milioni di euro e per aver mantenuto 18 amanti. Anche nell’ultimo processo all’ex principino rosso Bo Xilai – condannato all’ergastolo per corruzione, tangenti e abuso di potere – una delle accuse era quella di aver avuto “rapporti sessuali impropri con un certo numero di donne”. Frase divenuta immediatamente virale in rete. Tra promulgare una legge e farla rispettare, inoltre, c’è una bella differenza. Magari il divieto di accompagnarsi verrà rispettato ma – come dimostra la quantità di funzionari che continuano a scommettere, consumare droga e prendere mazzette nonostante sia illegale – sarà un percorso lungo e difficile. 

Per i 5mila dipendenti pubblici su cui si applica il regolamento significherà scegliere tra ricucire i rapporti con la propria moglie, rimanere celibi o infrangere la legge. Se dovessimo scommettere, non avremmo troppi dubbi a puntare su quest’ultima opzione. Il tempo ci dirà se abbiamo ragione. In ogni caso, almeno per il momento, il divieto non è stato esteso a tutta la nazione.

Il Fatto Quotidiano, 12 Febbraio 2014