Media & Regime

Crisi Rcs, prima di calare sul Corriere, l’ad Jovane gioca le ultime carte in Spagna

Dimissionato con liquidazione milionaria il direttore di El Mundo. All'origine dello strappo le pressioni dell'esecutivo Rajoy che ha messo i bastoni tra le ruote alla vendita del gruppo editoriale iberico di cui l'editrice italiana vuole disfarsi da tempo

“Nunc dimitis”. Per ora, alla sede del quotidiano spagnolo El Mundo, dal 1992 di proprietà dell’editrice del Corriere della Sera, di Rcs Mediagroup, di certo c’è solo questo: il potente direttore Pedro J. Ramírez, 62 anni tra un mese, si è dimesso. E va via. Lo ha confermato lui stesso in latino su Twitter mercoledì sera, dopo che le voci di corridoio, dalla redazione madrilena di via San Luis era corsa prima sui social, poi sui siti d’informazione. “Se mi chiedete come mi sento, rispondo: resi deboli dal tempo e dal destino, ma forti della loro volontà di combattere, di cercare e di non cedere”, ha scritto qualche ora fa citando l’Ulisse di Tennyson. Poi la riunione, in assoluto riserbo, con i consiglieri di amministrazione e l’amministratore delegato Pietro Scott Jovane, che mercoledì pomeriggio aveva preso il primo volo utile per Madrid.

“C’è nervosismo e incertezza”, dicono fonti interne, aggiungendo che la vicenda non è per nulla chiara. Ed è che Pedro Jota – così lo chiamano tutti – dal 1989, anno di fondazione, senza interruzioni, ha dettato la linea del secondo giornale più diffuso in Spagna. I rumors sui possibili cambi al vertice però erano emersi già da tempo: da una parte la presa di posizione contro il governo del partito conservatore di Mariano Rajoy – basti pensare alla pubblicazione della presunta contabilità B dell’ex tesoriere Luis Bárcenas – che è costata al gruppo circa 14 milioni di euro in pubblicità istituzionali e una festa per il “cambio de piel” (l’integrazione tra carta e web) ufficialmente disertata da tutto l’entourage del Pp.

Dall’altra la difficile situazione economica del gruppo editoriale italiano dovuta proprio all’espansione in Spagna nel 2007, quando Rcs decise di aggiungere alla proprietà del Mundo anche quella del gruppo Recoletos spendendo la ragguardevole cifra di 1 miliardo di euro non giustificata dall’andamento successivo dei conti iberici. Con una perdita di 331 milioni nel 2011 e di 470 milioni nel 2012, Unidad Editorial ha causato il tracollo dei conti del gruppo e ha dovuto ricorrere a tre Ere (una sorta di cassa integrazione) oltre a un piano di tagli che ha dimezzato di fatto la redazione. Dal primo aprile, poi, dalle forbici di Jovane sono attesi nuovi licenziamenti nel gruppo, di cui fanno parte anche i quotidiano sportivo Marca, l’economico Expansión e la rivista Telva.

La pressione dell’esecutivo di Rajoy però – secondo lo stesso Pedro Jota è il motivo principale degli scontri interni con il direttivo tanto che parla di “una decisione aziendale con uno sfondo politico” – avrebbe messo i bastoni tra le ruote anche alla vendita del fardello spagnolo che Rcs vorrebbe portare a casa da tempo: la clausola potrebbe essere proprio l’uscita dello stesso Ramírez. In questi mesi le notizie si sono rincorse una dietro l’altra: prima l’interesse della nazionalizzata Bankia, poi del Banco Santander, il principale istituto di credito iberico guidato da Emilio Botín, cioè il deus ex machina della vendita di Recoletos agli italiani del 2007, oltre che di Antonveneta a Mps. Poi perfino del nuovo socio di controllo di Telecom Italia, Telefonica. Ma anche possibili fusioni con il gruppo Planeta, già azionista del quotidiano La Razón.

Di sicuro però c’è un marchio registrato e depositato dallo stesso Pedro Jota, El Universal, e una stretta alleanza del quotidiano spagnolo di Rcs con il giornale digitale El Confidencial. Intanto a sostituirlo sarà il suo vice Casimiro García-Abadillo, come deciso all’unanimità dal consiglio di Unidad Editorial, con il voto favorevole dello stesso ex direttore. Ramírez lascia, ma rimarrà nel gruppo alla guida della rivista La aventura de la historia. Tra le condizioni stabilite una liquidazione che si aggirerà tra i 15 e i 20 milioni di euro e una clausola ben precisa: Pedro Jota non potrà lanciare alcun nuovo mezzo d’informazione per i prossimi due anni. Antonio Fernández Galiano, presidente di Unidad Editorial, ha convocato una riunione straordinaria nel pomeriggio per spiegare la situazione a tutta la redazione. “Se fosse dipeso da me, sarei rimasto direttore di El Mundo tutta la vita”, ha detto Ramírez tra gli applausi di redattori e giornalisti. “L’ultima mia copia sarà domenica. Con tanto di lettera inclusa”, ha scritto poi l’ex direttore su Twitter.

@si_ragu