Piacere quotidiano

Un anno di dieta Starbucks, l’esperimento ‘estremo’ di Beautiful Existence

Una donna di Seattle, nel 2013 per 365 giorni si è alimentata esclusivamente con i prodotti della nota catena di caffetterie. Dodici mesi dai quali è uscita sorprendentemente in salute e senza problemi di sovrappeso

Se di nome fai Beautiful Existence (letteralmente “esistenza splendida”), per spirito di contraddizione e per cercare di complicarti la vita devi per forza farti venire delle idee originali. È questo uno dei primi (non troppo intelligenti) pensieri che vengono in mente ascoltando la storia di una donna 40enne di Seattle, Beautiful Existence appunto, che ha deciso di intraprendere per il 2013 una dieta davvero particolare, mangiando per 365 giorni sempre da Starbucks, la nota catena internazionale di caffetterie. Un esperimento che ricorda quello di Morgan Spurlock, il protagonista del documentario “Super size me”, che per un mese intero si alimentò esclusivamente da McDonald’s con risultati disastrosi per il suo stato di salute. Le regole seguite da Beautiful, non nuova a imprese di questo tipo visto che ogni anno si mette alla prova con qualche impegnativa sfida come documentato dal suo blog che riporta i particolari anche di quest’ultima impresa, sono state molto semplici: per 12 mesi a colazione, pranzo e cena si è cibata solamente di prodotti acquistati da Starbucks o comunque contrassegnati dal famoso marchio. E non solo è sopravvissuta, ma pare che la sua salute non sia peggiorata e non sia neppure ingrassata.

L’unico vero neo sarebbe stato quello del costo, che si è aggirato tra i 500 e i 600 dollari mensili. Ma al di là dei risultati, dal valore clinico tutto da dimostrare, la vera domanda è perché un essere umano di medio buon senso dovrebbe sottoporsi a un tale “trattamento” visto che Beautiful ha assicurato di non essere stata pagata, di non essere in alcun modo legata al famoso brand e non era intenzionata a intraprendere crociate anti-multinazionali che spesso sono alla base di comportamenti di questo tipo. E lei stessa a spiegarlo nel suo blog: “Ho sempre vissuto in linea con ciò che prometteva il mio nome, senza paura di provare nuove cose e con la volontà di scoprire ciò che era vero per me”. Quindi perché accontentarsi del convincimento ampiamente diffuso che alimentarsi nel tempio del celeberrimo frappuccino sia poco salutare? Meglio mettersi alla prova fino alle estreme conseguenze.

Un’impresa che nel 2013 pare abbia fatto imparare a Beautiful anche parecchie cose: in primo luogo che diventare uno “Starbucks Gold Card Member” nel lungo periodo può anche diventare conveniente, poi che guardando con attenzione i menù è possibile trovare alternative più salubri (spesso accompagnate da una precisa indicazione dell’apporto calorico) ai prodotti maggiormente reclamizzati, e infine che la consapevolezza di seguire un regime alimentare “speciale” non può che spingerti a svolgere un’adeguata quantità di attività sportiva con precisi benefici per l’organismo. Insomma, alla fine Beautiful è parecchio contenta: d’altronde tutti quegli zuccheri non possono che mantenerti allegro.

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