Società

A proposito di una ‘innata’ bisessualità

Prendendo spunto dal recente articolo “Bisexual: A Label With Layers” del blogger americano Andrew Sullivan apparso sul New York Times, la bisessualità continua ad apparire di difficile comprensione e facilmente associabile a pregiudizi e stereotipi socio-culturali. In realtà, molti sono gli studi scientifici che negli ultimi venti anni hanno prodotto interessanti teorie in merito ad un tema così complesso come quello dell’orientamento erotico-sessuale.

Per molti, la naturalezza, per non dire la “normalità” dell’orientarsi sessualmente risiede nella scelta eterosessuale. Un individuo uomo o donna che prova attrazione erotica e fisica verso un partner dell’altro sesso biologico. In realtà sarebbe più plausibile parlare di “fluidità sessuale”, concetto coniato dall’americana Lisa Diamond del Dipartimento di Psicologia della Utah University e che rappresenta la capacità, ovvero la possibilità in un individuo di una certa “reattività” sessuale “flessibile” a seconda delle circostanze. 

La Diamond sottolinea come l’orientamento sessuale non può essere modificato, né tantomeno imposto dalla cultura e dalla società di appartenenza, ma ogni individuo può sperimentare una qualche “variabilità” del comportamento sessuale. Secondo l’Autrice sono più le donne a sovrarappresentare  tale variabilità, rendendo possibile una plasticità cognitiva tipicamente femminile, che permette l’abbattimento di paure e stereotipie intimo-sessuali.

Negli uomini invece la rigidità e la difficoltà a vivere una tale variabilità spiega molti dei possibili comportamenti che non riescono a trovare una collocazione nel panorama intimo-relazionale e che purtroppo vanno ad alimentare stereotipi e pregiudizi. Alcuni esempi possono inquadrare meglio il concetto.

– Uomo sposato con orientamento (socialmente) riconosciuto come eterosessuale, con esperienza genitoriale e che di tanto in tanto ha esperienze di tipo omosessuale, di nascosto e perché no, pagando i partner e consumando l’atto sessuale fugacemente in luoghi riconosciuti socialmente come tipici di una frequentazione omosessuale promiscua (battuage).

– Uomo single “insospettabile” che agli occhi del sociale ha una vita erotico-sessuale appagante di tipo eterosessuale e che invece, approfittando di situazioni occasionali facilmente reperibili con le nuove teconologie (a portata di smartphone!), vive di nascosto esperienze erotico sessuali soddisfacenti  di tipo omosessuale.

– Uomo sposato e riconosciuto socialmente come eterosessuale, padre di due figli e che occasionalmente esprime la sua appagante risposta erotico-sessuale incontrando prostitute “transessuali” con le quali ha rapporti sessuali di tipo passivo.

Questi esempi voglio essere la rappresentazione di una negazione del riconoscimento del concetto di fluidità sessuale. Nascondere la testa sotto la sabbia non permette di crescere dall’esperienza, alimenta costantemente il “dolore” di un sociale che si cristallizza negli stereotipi e manifesta il proprio disagio in forme rabbiose tipicamente omofobe e sessofobiche!

Dietro una rappresentazione così complessa, ricca di ignoranza e sorretta da una società che sfugge alla possibilità di una educazione alla sessualità, si alimentano gli stereotipi e cosa più devastante il concetto anti-variabilità della fluidità sessuale: l’eterosessismo.

Spesso molti degli uomini descritti negli esempi sopra riportati, per sfuggire alle pericolose accuse della società, che può aver smascherato il “vizietto” erotico-sessuale, si trincerano dietro alla definizione di bisessuale. Ecco l’errore! In realtà la bisessualità non è la rappresentazione di una scelta dell’orientamento sessuale come difesa sociale e rappresentativa di una “maschilità salvifica”, tipica della società eterosessista. La bisessualità è l’espressione naturale del genere umano, che in linea con la fluidità sessuale può permettere di sperimentare nel percorso di vita entrambi le possibili attrazioni: etero-omoerotiche.

Questo porta a promuovere l’ipotesi di una innata bisessualità che, durante il percorso evolutivo permette ad ogni individuo la possibilità di sviluppare un orientamento eterosessuale o omosessuale a prescindere dall’aspetto procreativo.

Gli individui che non rimangono invischiati negli stereotipi socio-culturali descritti precedentemente si concedono la naturale evoluzione sperimentando l’eccitabilità (arousability) intesa come la capacità di percepire e vivere l’eccitazione ogni qualvolta si incontrano stimoli, elementi o situazioni riconoscibili come sessualmente eccitanti.

Quindi, ognuno può innamorarsi e vivere la propria esperienza erotico-sessuale a prescindere dal sesso della persona incontrata. All’interno di questo quadro erotico possibilistico, l’individuo potrà (se vuole) definirsi eterosessuale o omosessuale.

Alla base c’è la naturale espressione della bisessualità, bisessualità che “nel tempo” potrebbe escludere espressioni forzate di categorizzazione dell’orientamento sessuale favorendo l’accettazione della sessualità come “cosa” complessa e varia.

Sessualità senza rigide espressioni e concetti categoriali, Sessualità come espressione di una “fluidità” e variabilità nel genere umano.