Scienza

Riscaldamento globale, aumento di 4 gradi: “Errati modelli su ruolo nuvole”

Gli studiosi dell’Università del Nuovo Galles del Sud, guidati dal professor Steven Sherwood del Centro di ricerca sul cambiamento climatico, sostengono di aver individuato la chiave per prevedere il comportamento della nuvolosità e prevedono che questa non sarà di aiuto nel contenere gli incrementi di temperatura

Le temperature globali sono avviate ad aumentare di almeno 4 gradi entro la fine del secolo, avverte una nuova ricerca australiana, secondo cui i modelli finora sviluppati sull’andamento del clima sono probabilmente errati, perché non tengono conto correttamente del ruolo delle nuvole.

Gli studiosi dell’Università del Nuovo Galles del Sud, guidati dal professor Steven Sherwood del Centro di ricerca sul cambiamento climatico, sostengono di aver individuato la chiave per prevedere il comportamento della nuvolosità e prevedono che questa non sarà di aiuto nel contenere gli aumenti di temperatura, come prevedono molti modelli.

Negli ultimi 25 anni le maggiori incertezze nel modellare i cambiamenti climatici sono state legate ai mutamenti nella nuvolosità, scrive Sherwood sulla rivista Nature. E in molti modelli le previsioni di minori aumenti di temperature si basavano sulla sua funzione di contenimento. “Questa ricerca risolve uno dei maggiori dilemmi nella scienza climatica“, afferma.

“La chiave alla reattività del clima all’aumento dei livelli di CO2 sta nel comportamento delle nuvole e nella loro capacità di limitare gli aumenti, rinfrescando la superficie terrestre oltre a riflettere nello spazio i raggi del sole”, aggiunge. Talvolta però l’aria si solleva solo di pochi chilometri fino a uno strato di confine, prima di ridiscendere verso la superficie terrestre. Altre volte può salire fino a 10-15 chilometri. Il più ottimistico dei 43 modelli esaminati prevede che l’aria raggiunga in maggior parte il livello più alto, formando nuvole che avrebbero un effetto rinfrescante. “Questi modelli presuppongono una minore sensitività climatica, ma crediamo che non siano corretti”, sostiene Sherwood.

La pubblicazione della ricerca coincide con gli ultimi dati del Bureau di Meteorologia secondo cui nel 2013 l’Australia ha subito l’anno più caldo mai misurato, con temperature di 1,2 gradi superiori alla media di lungo termine. Il rapporto sottolinea l’influenza delle emissioni di anidride carbonica, dichiarando che “il riscaldamento nella regione australiana è molto simile a quello osservato su scala globale e l’anno passato sottolinea che la tendenza al riscaldamento continua”.

L’abstract dello studio su Nature