Emilia Romagna

Bologna, Draghetti (Pd): “Renzi demagogico e populista su province”

Il presidente della provincia del capoluogo emiliano critica le parole pronunciate dal segretario a 'Che tempo che fa' sul ddl sui tagli agli enti locali. "Spiace che per sostenere e giustificare una riforma delle istituzioni si scelga la strada ingiusta e bugiarda di screditare la categoria degli amministratori, alla stregua di mangiapane a tradimento"

Le parole di Matteo Renzi riguardo la  possibile ‘cancellazione’ delle Province sono “demagogiche e populiste”. Il presidente democratico della Provincia di Bologna Beatrice Draghetti, in una lettera aperta al neosegretario del partito, definisce così le parole pronunciate ieri sera durante la trasmissione televisiva ‘Che tempo che fa’.  “La politica – ha detto il sindaco di Firenze durante il programma – deve innanzitutto tagliare se stessa, se non dà una sforbiciata non facciamo niente. Il ddl province, che ha avuto il primo ok ieri è un primo passo. Un segnale immediato con un risparmio di 160 milioni di euro“. 

“Caro segretario – scrive Draghetti – ritengo populiste e demagogiche le tue affermazioni di ieri sera, da Fazio, quando – commentando il voto alla Camera per la ‘cosiddetta’ abolizione delle Province – hai detto che se 5mila politici, sostanzialmente delle Province, provano l’ebbrezza di tornare a lavorare sarà un segno di speranza. Non possono che essere oggetto di rispetto – aggiunge – tutti quegli amministratori che, lavoratori, dipendenti in aspettativa o pensionati, faccio riferimento per esempio, alla situazione bolognese, che ovviamente non è l’unica, esercitano la loro responsabilità, da servitori dello Stato, stando in ufficio o sul territorio per un monte ore anche superiore a quello richiesto per la loro professione, comprendendo spesso i sabati e le domeniche”.

Poi, argomenta ancora Draghetti, “spiace constatare che tu che hai fatto per cinque anni il Presidente di Provincia abbia rimosso l’intensità del tuo lavoro in quel periodo o sia stato eventualmente un nullafacente, ma soprattutto spiace che per sostenere e giustificare una riforma delle istituzioni si scelga la strada ingiusta e bugiarda di screditare la categoria degli amministratori provinciali, alla stregua di mangiapane a tradimento. … Vorrei – chiosa Draghetti – che tu venissi a dircelo, guardandoci in volto… E semmai dovessi correggerti dicendo ‘non parlavo di voi’, auspicherei una prudenza e una correttezza sostanziali più adeguate alla tua attuale responsabilità”.