Politica

Finanziamento ai partiti, un cambio di rotta per le regionali in Sardegna

Ormai non passa giorno che un consigliere regionale non venga indagato per l’utilizzo illecito dei soldi destinati ai gruppi in Consiglio regionale. La Sardegna è stata la prima e continua a dare un pessimo esempio. Anche ieri si sono aggiunti altri nuovi indagati e nuove perquisizioni. Al momento sono circa ottanta i consiglieri regionali coinvolti. Praticamente circa l’intero consiglio regionale.

Alcuni già rinviati a giudizio, due consiglieri regionali del Pdl arrestati, e uno già condannato ad un anno e 8 mesi con il rito abbreviato. La cosa triste che accomuna tutte le inchieste svolte in quasi tutte le Regioni italiane è vedere l’utilizzo che i consiglieri regionali facevano dei nostri soldi. Spese voluttuarie, personali per matrimoni e banchetti, per regali, per mutande, per la macchina, per orologi, per quadri di valore. Insomma per tutti i loro sfizi e vizi privati. In Italia i Consigli regionali costano un miliardo l’anno, i compensi lordi dei consiglieri sono circa 230 milioni di euro cui vanno aggiunti 170 milioni per pensioni e vitalizi dei consiglieri cessati. I contributi ai gruppi arrivano a cento milioni.

A ciò si aggiunga che i consiglieri regionali hanno uno stipendio molto elevato che varia da Regione a Regione, ma con cifre che vanno in media dai 10 ai 14 mila euro. Ma a queste cifre si aggiungono rimorsi spese, diaria oltre ai vitalizi e pensioni.

Ecco, quindi, che è facile capire che nonostante i numerosi soldi destinati ai singoli consiglieri regionali si aggiungono anche i soldi pubblici destinati ai gruppi politici e quindi ai partiti all’interno dei Consigli regionali. Una marea i soldi sottratti alla collettività che venivano utilizzati senza freno e senza controllo. Emerge una enorme avidità e ingordigia senza vergogna e senza remore.

Appare ancor più grave notare che tutti sono coinvolti e tutti non hanno il coraggio di chiedere scusa e di intervenire. Nessuno si è permesso di proporre la cancellazione completa della voce di bilancio, Fondi ai Gruppi. Come sempre è dovuta intervenire la magistratura per svelare questo enorme peculato di Stato, esistente in maggiori proporzioni anche nel Parlamento, ma ben mascherato. In Sardegna nessuno in Consiglio regionale osa intervenire e prenderne le distanze. Si sa, mal comune mezzo gaudio.

Tutti che cercano più o meno di giustificarsi, ma nessun capisce che solo moralmente dovrebbero vergognarsi per aver utilizzare enormi risorse pubbliche solo per i loro piaceri. E quello che più infastidisce è sapere che di certo i consiglieri regionali non possono definirsi poveracci e bisognosi di altri fondi pubblici per svolgere la loro attività “politica”. I partiti tutti hanno le loro colpe.

Renzi in Sardegna ci deve mettere la faccia e fare i conti con l’indagine aperta anche nei confronti della candidata Presidente per il Pd, Barracciu, alle prossime regionali di febbraio. Vedremo a giorni se il nuovo segretario sarà coerente o  meno. In tutta questa vergognosa vicenda potrebbe esserci anche ed il solito aiutino politico. Magari, guarda caso, con un indulto e/o un’amnistia che salva dal reato di peculato quasi tutti i consiglieri regionali italiani, molti dei quali ora in Parlamento.

Non ci meravigliamo più di niente.