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Expo, Maroni non invitato a vertice antimafia. La Lega ritira delegazione

Ma commissione fa sapere: "Incontreremo il presidente della Lombardia a gennaio". Il segretario federale Matteo Salvini: "Affronto a tutta la regione". Tra i presenti il ministro dell'Interno Angelino Alfano che annuncia: "Protezione altissima per quattro magistrati"

Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, non è stato invitato al vertice della commissione antimafia sul rischio di infiltrazioni criminali in vista di Expo 2015. Per questo la delegazione della Lega Nord ha deciso di non partecipare all’incontro che si terrà oggi e domani in Prefettura a Milano. Dura la reazione del neo segretario del Carroccio Matteo Salvini: “E’ un affronto a tutta la Lombardia”. Ma l’organismo antimafia fa sapere che “l’audizione del presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, alla commissione antimafia si terrà a Roma a gennaio”. A concordarlo questa mattina la presidente della commissione Rosy Bindi e lo stesso Maroni, che sarà ascoltato anche nella veste di coordinatore del comitato regionale per la trasparenza degli appalti e la sicurezza dei cantieri Expo 2015 e come presidente del tavolo Lombardia”. Maroni si dice meravigliato e aggiunge: ”Mi ha telefonato la presidente Bindi, dicendomi che è stato un errore e rimedieremo. Non serbo rancore nei confronti di nessuno”.

La notizia della rinuncia del Carroccio è stata diffusa dal deputato leghista Angelo Attaguile e dal senatore Raffaele Volpi. “E’ davvero assurdo – spiega Volpi in una nota – che siano stati invitati diversi rappresentanti istituzionali locali, ma non il governatore Maroni, che come anche la presidente della commissione Rosy Bindi sa bene, da ministro dell’Interno diede vita, proprio a Milano, alla sezione specializzata dedicata all’Expo del comitato di coordinamento per l’alta sorveglianza nelle grandi opere pubbliche”.

“Non solo – prosegue l’esponente della Lega – il presidente della Regione è anche presidente del “Tavolo Lombardia”, luogo istituzionale di coordinamento degli interventi regionali e sovra regionali legati a Expo”. “Inoltre – aggiunge – in sede di ufficio di presidenza della Commissione Antimafia si era discusso ampiamente su come e quando organizzare questa riunione alla sua presenza. Il mancato coinvolgimento del presidente della Regione Lombardia, quindi, rappresenta non solo uno sgarbo istituzionale, ma una mancanza grave, incomprensibile e censurabile”. Interviene anche il neo segretario federale Matteo Salvini:”Non invitare il presidente lombardo Maroni, noto a tutti come il ministro antimafia ovvero quello che ha fatto di più per combatterla, è un affronto non alla Lega ma a tutta la Lombardia”. “Vuol dire che l’antimafia – ha aggiunto Salvini all’Ansa – noi la facciamo con i sindaci, senza bisogno di sceneggiate siciliane”. In tarda mattinata arriva anche l’intervento di Maroni: “Credo che chi ha la responsabilità di fare regia” sulle questioni legate ad Expo e alla legalità “come il presidente di Regione Lombardia, che per legge è autorità garante, debba essere sentito altrimenti c’è un buco nella audizione”.

Ai lavori della commissione parteciperanno il vicepremier e ministro dell’Interno Angelino Alfano, il sindaco Giuliano Pisapia, il procuratore della Repubblica di Milano, Edmondo Bruti Liberati e la coordinatrice della Direzione distrettuale antimafia, Ilda Bocassini. Oltre al direttore della Direzione investigativa antimafia, Arturo De Felice, il Prefetto Francesco Paolo Tronca, il Questore di Milano Luigi Savina e i rappresentanti delle forze dell’ordine. Al termine dei lavori è prevista la conferenza stampa della presidente della commissione, Rosy Bindi. Il ministro dell’Interno ha annunciato che per quattro magistrati che lavorano su inchieste contro la mafia è stato adottato un “dispositivo di protezione ravvicinata al massimo livello”. Dopo i gravi episodi intimidatori  e al riemergere dell’ipotesi di “azioni eclatanti”.

Proprio Maroni tre anni fa si scontrò duramente con lo scrittore Roberto Saviano, che nella trasmissione su Raitre “Vieni via con me” denunciò le infiltrazioni della ‘ndrangheta al nord e i tentativi di avvicinare esponenti della Lega. Parole che fecero infuriare l’allora ministro dell’Interno che pretese di partecipare a una puntata del programma per ribattere e ricordare tutti i successi nella lotta alla criminalità organizzata.