Politica

Forconi, Forza Italia: “Sono nostra gente”. Condannato leader CasaPound

Il partito di Berlusconi si propone come "casa politica" della protesta. Intanto a Simone Di Stefano vicepresidente dell'organizzazione di estrema destra sono stati inflitti tre mesi di carcere e il pagamento di una multa per furto bandiera Ue. Una parte del movimento pensa a una due giorni pacifica nella Capitale

Forza Italia si propone come “la casa politica” del cosiddetto movimento dei Forconi. A scriverlo è Il mattinale, la nota politica redatta dallo staff del partito alla Camera dei deputati. “Tocca a noi – sottolinea il partito di Berlusconi – difendere questa gente che è la nostra gente, sia in piazza (una minoranza) sia ancora lì a lottare, ad arrabattarsi e a non dormire di notte per risolvere i drammatici problemi del lavoro e del credito della ditta”. Intanto, il vicepresidente dell’organizzazione neofascista CasaPound, Simone Di Stefano, è stato condannato a tre mesi di carcere e al pagamento di una multa di 100 euro per aver cercato di sostituire la bandiera dell’Unione europea con un tricolore durante il blitz dello scorso 14 dicembre nella sede romana dell’Ue, al margine di un’iniziativa a sostegno dei Forconi.

L’offerta di Forza Italia è solo l’ultimo tentativo da parte di Silvio Berlusconi di cavalcare la protesta. Già la scorsa settimana, durante i primi giorni dello sciopero che ha paralizzato molte città italiane e ha fatto registrare scontri di piazza a Torino, l’ex senatore aveva dimostrato vicinanza alle rivendicazioni dei dimostranti, chiedendo al governo di incontrare subito una delegazione per ascoltare le loro ragioni. Ma adesso l’invito del partito del Cavaliere al movimento è esplicito: i Forconi “sono i lavoratori autonomi, i piccolissimi e piccoli imprenditori, gli artigiani, i commercianti di vicinato. I loro dipendenti. Il ceto borghese e piccolo borghese che oggi oltre a essere colpiti dalla crisi – sottolinea Il mattinale – sono esclusi dai discorsi di modernizzazione statalista, da piano quinquennale, avanzati dal finto nuovista Renzi”. Forza Italia, dunque, non solo deve dialogare con loro “come insiste Berlusconi”, ma deve offrire “una casa politica e strumenti di sana protesta e proposta ai milioni e milioni di persone che sono in questa situazione pesantissima, ed oggi sono delusi da tutti i partiti”.

Intanto questa mattina il giudice monocratico del tribunale di Roma, davanti al quale si è svolto il processo per direttissima nei confronti di Di Stefano, ha convalidato l’arresto disponendo la scarcerazione del giovane neofascista, stabilendo l’obbligo di firma bisettimanale. Di Stefano sabato scorso aveva partecipato con un centinaio di manifestanti ad una azione davanti alla sede di via IV Novembre, nel centro di Roma, vicino alla Prefettura. Armato di una scala prelevata da un’auto aveva tentato di sostituire la bandiera con un tricolore. Il vicepresidente di Casapound era accusato di furto aggravato

“Quello di Simone Di Stefano è un atto dimostrativo legato al movimento 9 dicembre dei Forconi”. E’ il commento dell’avvocato Domenico Di Tullio, difensore del vicepresidente di CasaPound. “Il giudice ha riconosciuto nella sua sentenza alcune attenuanti compresa quella del risarcimento in quanto – spiega il penalista – la bandiera della Ue è stata restituita circa venti minuti dopo il blitz”. All’esterno del tribunale, nella zona di piazzale Clodio, circa un centinaio di militanti hanno atteso la decisione del giudice scandendo slogan di sostegno per Di Stefano ed esponendo uno striscione con la scritta: “Alcuni italiani non si arrendono”.

Ma il movimento dei Forconi è spaccato. Una parte del gruppo si è dissociata dal leader Danilo Calvani, rappresentato dal “comitato 9 dicembre”, sta lavorando a una due giorni a Roma: le date non sono ancora decise, ma non è escluso che l’iniziativa si tenga già in settimana. Non si tratterà di un corteo, spiegano dal comitato 9 dicembre, ma di una “passeggiata”, un “serpentone pacifico e silenzioso” nelle vie della Capitale. Si stanno studiando anche altre strategie non convenzionali di protesta. Al comitato – che ha promosso anche le iniziative dei giorni scorsi, prima che nei Forconi si producesse una frattura con l’ala più dura che fa capo a Calvani – fa riferimento l’ala più morbida del movimento, preoccupata di possibili infiltrazioni da parte di frange estremiste.

L’iniziativa a cui si sta lavorando è quella di convogliare nella Capitale un gran numero di persone provenienti da tutta Italia, con cifre che secondo quanto viene riferito, al momento, in base alle adesioni, possono aggirarsi sulle 200-300 mila suddivise in due giorni consecutivi. “Non vogliamo creare nessun disagio – dicono gli organizzatori – la nostra vuole essere una passeggiata pacifica, non un corteo, con lavoratori, famiglie, bambini, pensionati, anche disabili”. Ma il comitato vuole mantenere i presidi in sede locale e, in concomitanza dell’iniziativa a Roma, manifestare anche di fronte alle prefetture nelle diverse città. I Forconi stanno pensando anche a forme di proteste alternative, gesti simbolici di impatto mediatico, “assolutamente legali, ma che lascino un segno”, dicono. Tra le idee su cui si sta ragionando, il prelievo di massa di somme importanti dai conti correnti delle banche, lo stop concordato su larga scale del rifornimento di carburante, la riconsegna dei documenti allo Stato per indicare che non si sentono più cittadini italiani, invitando Equitalia a spiegare come, dopo questo gesto, potrà fare i sequestri.