Politica

“Rimuovere la scorta a Berlusconi”. Sul web la petizione raggiunge 75mila firme

L'iniziativa è promossa da un gruppo di cittadini che chiedono di "annullare le leggi che assegnano all'ex senatore 40 uomini, auto blindate e protezione alle residenze private, i cui costi ammontano ad oltre 2,5 milioni di euro l'anno"

Togliere la scorta a Silvio Berlusconi. E’ questo l’appello di alcuni cittadini che hanno lanciato una petizione sul web rivolta al presidente del Consiglio Enrico Letta e a quello del Senato Pietro Grasso. L’iniziativa ha raccolto, in pochi giorni, 75mila sottoscrizioni (firma qui) e nello specifico chiede di “annullare le leggi che assegnano al cittadino Berlusconi, 40 uomini di scorta, le Audi blindate e le protezioni alle residenze private i cui costi (oltre 2,5 milioni di euro l’anno) gravano sui cittadini onesti”.

“Nonostante Berlusconi, dopo aver ricevuto la condanna definitiva per frode fiscale, sia decaduto dalla sua carica di senatore – denuncia il primo firmatario Maurizio Corte – e quindi un semplince citadino, continua a girare indisturbato per il Paese a nostre spese con auto blindate e decine e decine di uomini di scorta pagati dai nostri Servizi”. Questo perché, continua la petizione, “dieci anni fa, un decreto legge permise agli autisti di alte personalità che rivestivano incarichi di governo, di essere equiparati agli agenti di polizia per salvaguardare meglio l’incolumità dei signori della politica; provvedimenti ad hoc hanno permesso di sottrarre gli uomini di scorta destinati ai capi di governo al controllo dell’Ucis (Ufficio Centrale Interforze per la Sicurezza personale, ndr) e di assimilarli ai servizi segreti, equiparandone funzioni e trattamento economico”. Inoltre “questa scorta, il signor Silvio Berlusconi l’ha fatta sua personale visto che anche nel 2006, dopo aver ceduto la Poltrona a Prodi, la scorta è divenuta attiva e valida anche per gli ex Presidenti del Consiglio. Così facendo l’ex premier si è garantito a vita un servizio a spese della collettività“.

Nei giorni scorsi i senatori del Movimento Cinque Stelle avevano rivolto un’interrogazione al vicepremier e ministro degli Interni Angelino Alfano. “È assurdo – scrivono i cinque stelle – che i cittadini debbano pagare per la sicurezza di un pregiudicato che non è più parlamentare e che tra l’altro ha tutti i mezzi per pagarsi da solo guardie del corpo e sistemi di protezione”.