Giustizia & Impunità

Sentenza Mediaset, Ghedini: “Nessuna giravolta”. Coppi: “Ipotesi arresto irreale”

L'avvocato-parlamentare ha anche spiegato "che la fotografia agli atti del processo Mediaset che ritrae Berlusconi e il presidente della distribuzione Paramount Bruce Gordon è una photo opportunity' e dunque non si tratta di una foto tra due persone che si conoscono". Il professore: "Le testimonianze nuove sono più di sette"

“Abbiamo sempre sostenuto che risultava una assoluta regolarità nelle compravendite. Da parte della difesa non c’è stata alcuna giravolta”. L’avvocato Niccolò Ghedini replica così agli articoli di stampa in cui si è spiegato che ieri, di fatto, Silvio Berlusconi, puntando il dito contro mister Gordon e mister Agrama, ha cambiato posizione rispetto alla difesa sempre sostenuta. Nel corso di un incontro con i giornalisti alla stampa estera riferendosi alle carte presentate dall’ex premier per chiedere la revisione del processo (dodici nuovi testimoni e documenti in arrivo dalle rogatorie, ndr) il difensore ha spiegato che “ci sono stati dirigenti infedeli che hanno messo in piedi meccanismi fraudolenti per ottenere dei vantaggi”.

Il leader di Forza Italia ieri aveva fatto parlato in particolare di una nuova testimone, Dominique O’Reilly-Appleby, una manager che ha lavorato per quasi sette anni nella casa di produzione cinematografica statunitense Harmony Gold di Frank Agrama. La signora, che avrebbe appreso dell’inchiesta nello scorso giugno, in un affidavit ha garantito che “Silvio Berlusconi non ha mai ricevuto nessun pagamento da Agrama, Gordon o Lorenzano né da qualsiasi altra persona loro connessa. Berlusconi non ha mai partecipato allo schema da loro ideato per spartirsi i profitti”. 

Ebbene i giornali – tra cui il Fatto – hanno spiegato che la top manager non poteva essere rimasta scioccata dalla notizia dell’indagine perché la conosceva in quanto, tra l’altro, si era opposta una rogatoria. Secondo Ghedini invece la Appley non avrebbe mai dato mandato all’avvocato che si era opposto alla rogatoria della Procura di Milano in Svizzera e non era affatto cointestataria insieme ad Agrama di un conto corrente svizzero sul quale, tra il 1995 e il 1997, erano transitati 4.292.000 di dollari erogati – secondo l’ipotesi, in nero – da Wilthire Trading e da Harmony Gold, le due società dello stesso produttore americano (come si evince da una consulenza della Kpmg per la Procura di Milano). Anzi di essere stata in qualche modo esautorata dalla titolarità di quel conto. “Quello che in italiano è stato tradotto come ‘conoscenza’ – prosegue Ghedini – in realtà va tradotto con ‘familiarità'”. E dunque, Dominique Appleby “ha detto che non c’è alcuna relazione o familiarità tra i due”. Ghedini dice anche quella testimonianza non quella più importante tra quelle nuove che dovrebbero permettere la revisione del processo per cui l’imputato è stato condannato a 4 anni per frode fiscale. 

L’avvocato-parlamentare ha anche spiegato “che la fotografia agli atti del processo Mediaset che ritrae Berlusconi e il presidente della distribuzione Paramount Bruce Gordon è una ‘photo opportunity’ e dunque non si tratta di una foto tra due persone che si conoscono”.

A una domanda di una giornalista straniera che chiedeva come mai le nuove carte sono arrivate solo ora e nonostante un lunghissimo processo (sei anni solo per il primo grado, ndr) l’avvocato Franco Coppi, entrato nel collegio difensivo del processo Mediaset solo in Cassazione,  ha risposto che “il processo tendere dovrebbe al raggiungimento della verità ma il legislatore stabilisce che deve avere un termine ma questo non significa che si sia raggiunta la verità”, sulla revisione il legale ha aggiunto che un procedimento può essere riaperto “se sopravvengono prove nuove perché non conosciute o perché si sono formate successivamente”. Sulla revisione Coppi spiega che allo stato la difesa non è neanche certa che verrà presentata la revisione: “La stiamo studiando. Stiamo facendo molta attenzione. L’idea revisione va coltivata. Non siamo dei disperati attaccati alla zattera. Non vogliamo buttar lì un’istanza che possa essere dichiarata inammissibile un minuto dopo” Nel corso della conferenza stampa anche Ghedini ha più volte sottolineato che la presentazione dell’istanza di revisione è “un’ipotesi” e ha sempre fatto seguire ogni affermazione in merito dalla frase “se e quando la presenteremo”. Allo stesso tempo ha dichiarato che l’obiettivo è di poter arrivare al deposito dell’istanza: “Quando saremo pronti, lo faremo ma deve essere un’istanza seria e robusta”. Solo le carte di “Hong Kong” sono “16mila pagine, alcune sono in cinese” dice Ghedini che definisce “eccezionalmente rilevanti i documenti”. Prima di presentarla passerà “realisticamente qualche mese”. 

Sempre rispondendo a una domanda sull’eventuale impatto sulla difesa dopo la decadenza di Berlusconi (la seduta al Senato è prevista per mercoledì 27 novembre) il professore ha risposto: “Noi ci auguriamo no. Sarebbe molto triste se dovesse modificarsi l’impatto giudiziario. Noi siamo qui per difendere il presidente Berlusconi in tutti i processi in cui è coinvolto e non ci auguriamo che si siano svolte quale sia l’esito del dibattito sulla decadenza. Che perda immunità credo sia pacifico”. Ieri Berlusconi ha ripetuto che alla difesa sono stati negati 171 testimoni e sul punto Copi dice che non è stato concesso “un esercizio pieno del diritto di difesa” perché “sarebbe stato necessario esaminare tutti i testimoni. Abbiamo sempre sostenuto che i testimoni sono fondamentali per l’accertamento della verità”.  Le “nuove testimonianze sono più di sette. Ve ne sono altre – aggiunge Ghedini – anche di maggior pregnanza” rispetto alla Appleby. 

L’arresto di Silvio Berlusconi “è un’ipotesi irreale” dice Coppi rispondendo ai giornalisti alla stampa estera che hanno chiesto se perduta l’immunità lo status giuridico di Berlusconi possa in qualche modo cambiare. “Siamo oltre il limite della stessa provocazione è un’ipotesi assurda e, nella situazione attuale, irreale”. Il legale spiega anche di non credere “alla persecuzione” di Berlusconi da parte dei giudici, “ma ritengo che la sentenza Mediaset sia ingiusta”. 

“È stata una iniziativa” di Dominique Appleby “far conoscere quanto sapeva, appellandosi alla sua coscienza”. Ghedini aggiunge che la manager ha fatto arrivare le dichiarazioni direttamente al Cavaliere e solo successivamente tramite gli avvocati è arrivato l’affidavit. Le dichiarazioni sono state quindi depositate in Procura a Milano. Ghedini ricorda che Berlusconi lasciò tutte le cariche a partire dal gennaio del 1994 e chi quindi non avrebbe potuto intervenire in nessun modo sui prezzi dei diritti tv. Su questo punto i giudici della Cassazione hanno già motivato: “La qualità di Berlusconi di azionista di maggioranza e dominus indiscusso del gruppo gli consentiva pacificamente qualsiasi possibilità di intervento, anche in mancanza di poteri gestori formali. La permanenza di tutti i suoi fidati collaboratori ma anche correi, ne costituisce la più evidente dimostrazione”.

Quanto al “golpe” che secondo Berlusconi sarebbe in atto contro di lui, Coppi spiega: “Questa espressione non mi scandalizza. Bisogna tener conto del valore retorico di certe affermazioni e del momento drammatico, dal punto di vista oggettivo e soggettivo”. “Ho grande rispetto per l’operato del capo dello Stato” Giorgio Napolitano “ed escludo che sia il regista dell’operazione decadenza” dice Ghedini rispondendo a una domanda dei giornalisti. L’avvocato ricorda che la decadenza è “irreversibile” e che dunque “nel caso in cui venisse accolta la richiesta di revisione del processo sui diritti tv Mediaset la decisione dell’Aula del Senato non potrebbe essere cambiata. Un errore votare domani”. 

 

Video di Manolo Lanaro