Politica

Governo Letta, ok alla fiducia: 171 sì, 135 no. Forza Italia all’opposizione

Per la prima volta i berlusconiani fuori dalla maggioranza delle larghe intese. Lo strappo riduce la maggioranza delle larghe intese. Romani: "Ora il presidente del Consiglio salga al Quirinale". Il Colle: "No, la verifica di governo è stata quella della legge di Stabilità". Testo della manovra redatto in fretta e furia: errori e polemiche in Aula

Forza Italia vota no alla fiducia, vota no alla legge di Stabilità e di fatto – per la prima volta dalla nascita del governo Letta – è all’opposizione dell’esecutivo delle larghe intese che supera l’esame del Senato con la nuova maggioranza (Pd, Nuovo Centrodestra e Scelta Civica) con 171 voti. I no di Forza Italia, Lega Nord, Movimento Cinque Stelle e Lega Nord sono arrivati in tutto a 135. A votare sono stati 307 senatori e la maggioranza era di 154. Con 171 voti il governo ha raccolto molti più voti di quanto previsti sulla carta. Nella mattinata di mercoledì 27 è prevista la definitiva approvazione del Senato della legge di Stabilità che a quel punto passerà alla Camera.

Lo strappo di Forza Italia: “Ora Letta salga al Colle”. Il Quirinale: “La verifica con la manovra”
E’ evidente che la manovra finanziaria non è certo la questione principale su cui si fonda la decisione di Silvio Berlusconi e dei suoi di arrivare definitivamente allo strappo. Lo conferma Angelino Alfano: “Avevamo visto giusto, avevamo visto lontano  – dice il leader del Nuovo Centrodestra – Sapevamo che sarebbe finita così e adesso siamo alla cronaca di un esito ampiamente annunciato. Tutto nasce anche dal fatto che c’è stata questa determinazione nel far sì che il voto sulla decadenza di Berlusconi avvenisse il 27 novembre”. Ma la legge di Stabilità, dice, “è una scusa”. Ma lo ammette anche lo stesso capogruppo di Forza Italia al Senato, Paolo Romani: “Tutto nasce anche dal fatto che c’è stata questa determinazione nel far sì che il voto sulla decadenza di Berlusconi avvenisse il 27 novembre”.

Della decisione sono stati messi a parte sia il presidente del Consiglio Enrico Letta sia il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. I due comunque si sono già visti al Quirinale e il capo dello Stato ha sottolineato come la verifica sulla tenuta del governo avverrà a breve. Il governo ha infatti posto la questione di fiducia sul maxi-emendamento presentato a Palazzo Madama.

Il nuovo Senato, la maggioranza per Letta ora è risicata
Con la nuova maggioranza Letta conta – sulla carta – su 6 voti di scarto (in occasione del maxi-emendamento alla legge di Stabilità sono diventati però 10). Il Senato, dopo l’addio di Forza Italia, diventa un posto insidioso per il governo. La maggioranza c’è, ma da oggi è vietato assentarsi o distrarsi nelle votazioni, anche se c’è sempre il salvagente dei senatori a vita nominati la scorsa estate da Napolitano. Complessivamente Letta perde 71 voti al Senato (i 62 di Forza Italia e 9 di Gal) e 67 alla Camera. Per effetto dello strappo di Berlusconi ora il governo ha a Palazzo Madama 167 voti, solo sei in più della maggioranza assoluta (161 voti). Un po’ meglio andrebbe se non solo Mario Monti ma anche tutti gli altri 5 senatori a vita votassero da oggi in favore del governo. Ma Carlo Azeglio Ciampi e Claudio Abbado sono stati sempre assenti in questa legislatura per motivi di salute, mentre i restanti tre (Renzo Piano, Carlo Rubbia e Elena Cattaneo) finora si sono visti poco e non è detto che diventino improvvisamente assidui del Senato.

Comunque sia, da oggi Letta può contare su 107 senatori Pd (sarebbero 108 ma Pietro Grasso, in quanto presidente del Senato, per prassi non vota), 30 del Nuovo centrodestra (i 29 componenti del gruppo al quale va aggiunto il senatore alfaniano Luigi Compagna, formalmente ancora con Gal), 20 di Scelta Civica, 10 delle Autonomie. Il totale fa 167. Contro il governo, invece, ci sono 148 senatori, così suddivisi: 62 di Forza Italia, 50 del Movimento 5 Stelle, 9 di Gal, 7 di Sel e 4 ex M5s. Tuttavia nel caso del maxi-emendamento alla manovra i senatori del Gal che hanno votato la fiducia sono stati 3. A prova di bomba, al contrario, la situazione della Camera. A Montecitorio la maggioranza può contare su 386 voti (70 in più di quella assoluta che quota a 316).

Errori e ritardi nei documenti Approvazione caos
L’approvazione della legge di Stabilità da parte del Senato è avvenuta in un clima convulso. La commissione Bilancio non è riuscita a completarne l’esame e alle 3 della notte tra lunedì e martedì ha gettato la spugna. Il governo intendeva porre la fiducia sul testo approvato dalla Commissione e così si è trovato spiazzato. E’ stato così presentato un maxi-emendamento che ha recepito tutte le modifiche votate in Commissione, più gli emendamenti presentati ma non votati dal governo e dai relatori, Giorgio Santini (Pd) e Antonio D’Alì (Ncd). Il testo è stato evidentemente steso in fretta e furia visto che presentava errori anche materiali che hanno ritardato poi i lavori d’aula, provocando la polemica politica delle opposizioni, anche durante le dichiarazioni di voto in Aula.

Cronaca ora per ora

00.44 – Legge di Stabilità, dal Senato ok alla fiducia per il governo
Il Senato ha votato la fiducia posta dal governo sulla legge di Stabilità. Sono stati 171 i sì nel voto difiducia posta dal governo sulla legge di stabilità in Senato. I no sono stati 135. Per ottenere la fiducia ne sarebbero bastati 154.

00.00 – Si vota su testo corretto, via alla chiama per la fiducia
Dopo ulteriori discussioni Grasso ha posto in votazione l’accoglimento delle correzioni che sono state approvate per alzata di mano. Alla fine si vota sul testo corretto. Via alle operazioni per la fiducia al governo Letta. 

23.50 – Grasso cerca di far iniziare il voto. Proteste e grida
Il presidente del Senato Piero Grasso sta cercando di avviare le operazioni di voto del maxi-emendamento sostitutivo del disegno di legge di Stabilità. Ma continuano proteste e grida dai banchi del centrodestra.  

23.46 – Senato bloccato su battaglia procedurale
L’Aula del Senato si è bloccata in una battaglia procedurale poco prima dell’inizio della chiama nominale dei senatori per la fiducia. Il Governo ha infatti chiesto che fossero accolte delle correzioni formali al testo, ma la richiesta ha suscitato la sollevazione delle opposizioni che hanno giudicato non solamente formali le correzioni proposte. A sollevare il problema sono statiRaffaele Volpi (Lega), Lucio Malan (Fi) e Mario Ferrara (Gal). Maurizio Gasparri ha invitato il governo a rinunciare al coordinamento formale e a corregge il testo alla Camera. A questo punto il ministro Dario Franceschini ha dato la disponibilità del governo ha rinunciare al coordinamento formale del testo, dicendo però che la responsabilità spettava alla presidenza, cioè a Pietro Grasso. 

23.42 – Opposizioni: “Materiale incompleto e errori”. Il voto di fiducia slitta ancora
Dopo le dichiarazioni dei gruppi le operazioni di voto non sono ancora cominciate perché, secondo i senatori dei gruppi d’opposizione di destra, ci sono errori nel materiale distribuito ai senatori (peraltro arrivato in aula circa 40 minuti dopo l’inizio della discussione generale). In più, sempre secondo le destre, ci sono difformità tra il testo principale e le tabelle allegate. Correzioni solo formali suggerite dagli uffici tecnici, ha spiegato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini che pure si è detto disponibile a far votare il testo originale visto che ci sarà una seconda lettura alla Camera. Forza Italia, Lega Nord e Gal hanno continuato a protestare, mentre il Pd ha chiesto di votare sul testo corretto. 

23.18 – Guerrieri (Pd): “Fiducia compatta a governo e a manovra”
“Noi esprimiamo fiducia compatta a Governo e a questa legge”. Così il senatore Paolo Guerrieri, nel suo intervento in Aula a nome del Pd sulla questione di fiducia sulla legge di stabilità.

23.13 – Romani (Forza Italia): “Questa legge non merita la nostra fiducia”
‘Non concediamo il voto di fiducia e crediamo che con ciò si debba dare agli italiani un segnale importante. Questa legge di stabilità non merita la nostra fiducia”. Lo ha detto nell’aula del Senato Paolo Romani, annunciando ufficialmente il no di Forza Italia alla fiducia.

23.03 – Letta in Aula al Senato per il voto di fiducia
Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, è nell’aula del Senato per seguire il voto di fiducia sulla legge di stabilità. Il premier è giunto poco prima delle 21, mentre erano in corso le dichiarazioni di voto dei gruppi.

23.01 – Lezzi (M5S): “Non daremo la fiducia, qualsiasi dialogo è impedito”
Il Movimento Cinque Stelle voterà no alla fiducia. “Non daremo la fiducia perché questo dialogo è impedito dal governo del si salvi chi può” ha detto la senatrice Barbara Lezzi, componente della commissione Bilancio. 

22.54 – Sacconi (Nuovo Centrodestra) a Letta: “Siamo con lei, presidente”
I senatori del Nuovo centrodestra “voteranno con convinzione la fiducia al governo, nonostante il Pd voglia produrre un atto grave verso la solidarietà nazionale, quale l’esclusione dal Senato del senatore Silvio Berlusconi, nonostante non sia questa la legge di Stabilità che avremmo scritto noi”. Lo ha detto Maurizio Sacconi durante le dichiarazioni di voto in Senato. Il sì di Ncd alla fiducia nasce dalla “consapevolezza della difficile transizione”, poiché “un crisi rappresenterebbe una ancor più grave trauma per il Paese”.

22.46 – Marino (Scelta Civica): “Votiamo sì, ma manovra prodotto della brutta politica”
Molto critica anche la posizione di Scelta Civica che comunque ha confermato la fiducia al governo. L’auspicio espresso da Luigi Marino è quello che la maggioranza, dopo lo strappo di Forza Italia, sia “meno larga, ma più forte. Più coesa, più efficiente, determinata. Ma occorre che quello che è accaduto con questa legge diventi definitivamente un vecchio modo di fare politica”. Anche in questo caso si è stigmatizzata la mole di “tanti emendamenti che rispondono a logiche solo personalistiche”. 

22.34 – Comaroli (Lega Nord): “Votiamo no”
Voto contrario è stato annunciato anche dal gruppo della Lega Nord per voce di Silvana Andreina Comaroli, componente della commissione Bilancio del Senato.

22.25 – Uras (Sel): “Il nostro sarà un no. Tanti commi per interessi localistici”
Il gruppo di Sinistra Ecologia e Libertà voterà no alla questione di fiducia posta dal governo sul maxi-emendamento che sostituisce completamente la legge di Stabilità: “E’ un insieme di commi che coprono solo interessi localistici e territoriali” ha spiegato in Aula Luciano Uras, capogruppo di Sel in commissione Bilancio.

22.18 – Zeller (Autonomie): “Sì alla fiducia”
Karl Zeller (Svp) ha annunciato voto favorevole alla fiducia a nome del gruppo delle Autonomie. 

22.10 – Ferrara (Gal): “Voteremo no alla fiducia per il governo”
Il capogruppo di Grandi Autonomie e Libertà Mario Ferrara ha annunciato il voto contrario alla fiducia al governo Letta.

21.43 – Scavone e Compagna voteranno sì alla fiducia. I sì sulla carta salgono a 169
“Io e il senatore Compagnone voteremo, per un forte senso di responsabilità, la fiducia al governo, anche se questa legge non la merita”. Così il senatore del gruppo Grandi Autonomie e Libertà, Antonio Scavone, intervenendo in discussione generale sulla Legge di Stabilità, nell’aula di Palazzo Madama. In questo modo i sì sulla carta salgono a 169, 8 in più dei 161 voti necessari al Senato.

21.33 – Forza Italia fuori da maggioranza, sono 3 i membri di governo
Dopo l’uscita dalla maggioranza, resta ancora da definire la posizione degli esponenti di Fi al governo. Allo stato, nessuno avrebbe formalizzato le proprie dimissioni. Mentre nessun ministro fa capo a Silvio Berlusconi (la delegazione è passata al completo con Angelino Alfano), resterebbero in gioco le posizioni di sottogoverno. Tra gli azzurri, sono annoverati Jole Santelli (sottosegretario al Lavoro), Gianfranco Miccichè (sottosegretario alla Pubblica amministrazione), Rocco Girlanda (sottosegretario ai Trasporti) e Bruno Archi (viceministro agli Affari esteri).

21.32 – Nuovo Centrodestra: Enrico Costa nuovo capogruppo alla Camera
Enrico Costa è stato eletto all’unanimità capogruppo del Nuovo Centro destra alla Camera. La riunione dei deputati alfaniani si è appena conclusa a Montecitorio.

20.55 – Zanonato: “Fiducia? Al Senato la maggioranza c’è”
La fiducia sulla legge di Stabilità serve ad “accelerare” l’iter per il provvedimento e “anche a verificare se c’è ancora la maggioranza al Senato e possono anticipare che c’è”. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato, ospite della trasmissione 2Next in onda su Rai Due, in seconda serata.

20.52 – Lanzillotta (Scelta Civica): “Ok fiducia, ma governo cambi passo”
“Oggi il nostro voto sarà favorevole perché ancora speriamo ci sia la possibilità che il Governo, anche in vista del semestre di presidenza europea, capisca che occorre un vero cambio di passo. E’ con questo auspicio che votiamo oggi la fiducia, convinti che la stabilità è un bene prezioso a patto che serva a portare il Paese fuori dalla crisi e non a narcotizzarlo facendolo affondare lentamente. E’ con questo obiettivo che da domani chiederemo al Governo risposte chiare e concrete”. È quanto ha dichiarato la senatrice di Scelta Civica, Linda Lanzillotta intervenendo in aula sul ddl stabilità.

20.42 – Brunetta e Romani (Fi) insistono: “Serve un voto di fiducia ad hoc”
“Ci permettiamo di dissentire dallanota del Quirinale, diffusa dopo l’incontro tra il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e il presidente del Consiglio, Enrico Letta. Dopo la decisione di Forza Italia di uscire dalla maggioranza, il tema che si pone è tutto politico. Con oggi è finito il governo delle larghe intese e con esso la piattaforma politico-programmatica che aveva portato alla formazione di questo esecutivo di responsabilità, di pacificazione, e di servizio”. E’ quanto affermano i capogruppo di Camera e Senato di Forza Italia, Renato Brunetta e Paolo Romani.

20.29 – Crosetto (Fdi): “Il governo mortifica la democrazia”
“Il Governo presenta il maxi-emendamento e dà mezz’ora alla commissione Bilancio per poterne verificare i contenuti e la relazione tecnica per poi porre immediatamente la fiducia. E’ un’ennesima inaccettabile mortificazione della democrazia che rende impossibile ed inutile la rappresentanza dell’opposizione nel Parlamento e rischia di sancire solo l’inutilità del Parlamento stesso”. Lo dichiara Guido Crosetto, coordinatore di Fratelli d’Italia. 

20.08 – Legge di Stabilità, domattina presto il voto finale del Senato
Slitterà a domani mattina presto il voto finale del Senato sui provvedimenti di Bilancio dello Stato. Stasera verrà votata la fiducia sulla legge di stabilità, dopo di che sarà necessaria la riunione del COnsiglio dei ministri per approvare la Nota di variazione al Bilancio che recepisce le modifiche della legge di Stabilità sul Bilancio. Il Consiglio dei ministri è convocato domani mattina alle 8,30, dopo di che si riunirà di nuovo l’aula del Senato per il voto sulla Nota e sul Bilancio dello Stato.

20.02 – Legge di Stabilità, iniziata la discussione al Senato
E’ iniziata la discussione della legge di stabilità nell’Aula del Senato. La seduta è partita con oltre mezz’ora di ritardo.

20.01 – Legge di Stabilità, Franceschini: “Errori relazione tecnica saranno corretti”
“Il testo” del maxi-emendamento al disegno di legge di stabilità “è stato presentato con la fretta dell’aula che aspettava, ma non ha modificato il giudizio della commissione Bilancio. Le tabelle stanno arrivando e verranno corretti gli errori formali della relazione tecnica che c’è, è stata depositata ed è bollinata dalla Ragioneria generale dello Stato”. Lo ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, intervenendo nell’aula del Senato. 

19.55 – Brunetta (Forza Italia) al Quirinale: “Fiducia sulla manovra non basta”
“Non basta il voto di fiducia che ilgoverno ha deciso di porre sulla legge di stabilità al Senato. Questo sarà, infatti, il voto su un singolo provvedimento e non sul governo”. Lo sostiene il capogruppo Fi alla Camera Renato Brunetta.

19.51 – Quirinale: “La verifica di Governo è con voto su legge di Stabilità”
‘La necessità di verificare la sussistenza di una maggioranza a sostegno dell’attuale governo sarà soddisfatta in brevissimo tempo durante la seduta in corso al Senato con la discussione e la votazione sulla già posta questione di fiducia”. Lo sottolinea una nota del Quirinale diffusa al termine di un incontro tra Napolitano e Letta.

19.41 – Con strappo di Forza Italia, maggioranza con soli 6 voti di scarto
Solo sei voti di scarto. Il Senato,dopo l’addio di Forza Italia a Letta, diventa un posto insidioso per il governo. La maggioranza c’è, ma da oggi è vietato assentarsi o distrarsi nelle votazioni, anche se c’è sempre il salvagente dei senatori a vita nominati la scorsa estate da Napolitano.

19.37 – Voto fiducia in Senato stanotte: domani bilancio
L’aula del Senato voterà nella notte la questione di fiducia posta dal Governo sul maxiemendamento al disegno di legge di stabilità. Domani mattina l’emiciclo di palazzo Madama sarà chiamato a votare la nota e il ddl di bilancio. 

19.04 – Romani: “Letta salga al Colle”
“Era doveroso che il presidente Napolitano conoscesse la nostra decisione di uscire dalla maggioranza. Mi auguro che Letta abbia la sensibilità di salire al Quirinale per trarre le conseguenze del nostro gesto”. Lo ha detto il capogruppo di Forza Italia al Senato, Paolo Romani. 

18.06 – Bianconi (Forza Italia): “Napolitano si dimetta”
“Con il passaggio all’opposizione di Forza Italia, fallisce la teoria delle larghe intese per garantire la quale lo stesso Napolitano aveva a suo dire, obtorto collo, accettato la rielezione. Se non sbagliamo, lui stesso disse che non sarebbe stato nell’indesiderata carica un giorno di più se questa formula fosse fallita. La formula è fallita e dunque non c’e più un motivo al mondo perché Napolitano continui a sacrificarsi al Quirinale”. E’ quanto dichiara il deputato di Forza Italia, Maurizio Bianconi.

17.25 – Brunetta: “Forza Italia passa all’opposizione”
“Ritiriamo l’appoggio al Governo e passiamo all’opposizione. Questo non può non avere conseguenze sul quadro di governo e istituzionale”. Lo ha detto il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta, nel corso di una conferenza stampa in Senato sulla legge di stabilità. “Il nostro – ha aggiunto Brunetta – è un grande rammarico: le larghe intese erano nate per volontà del presidente Berlusconi”.