Politica

Costi politica, Piemonte: a Cota rimborsati fast food, fiori e cravatte

L'indagine sulle spese della Regione si è chiusa con 43 indagati. Il governatore, a cui sono contestati 25mila euro, davanti ai pm ha smentito alcune spese, ma secondo la procura i tabulati lo incastrano. Lui scrive ai cittadini: "Io sono un presidente leale"

Non solo cene al ristorante a base di tartufo. Ma anche acquisti dal salumiere, panini e gourmet. E soprattutto rimborsi per fare campagna elettorale, dai manifesti alle trasferte per incontrare Berlusconi. Poi cravatte, creme antirughe, mazze da golf, profumi, centri benessere e solarium. Le spese contestate ai consiglieri della Regione Piemonte raccontano di un consolidato sistema di sperperi. Chiusa l’indagine sono 57 i politici nel mirino del pool di magistrati coordinati dal sostituto procuratore Andrea Beconi, per 43 la Procura di Torino ha chiesto la non archiviazione. Tra questi ci sono il governatore leghista Roberto Cota, il presidente dell’assemblea legislativa Valerio Cattaneo (ex Pdl ora gruppo misto), l’ex presidente della Giunta Mercedes Bresso, consiglieri di maggioranza ed opposizione. Per gli altri 14, invece, la Procura non ritiene che sia opportuno proseguire nell’iter giudiziario. I reati contestati sono, a vario titolo, truffa e peculato, con accuse diverse da caso a caso; per Bresso l’ipotesi è di finanziamento illecito dei partiti.

Secondo Repubblica tra le spese contestate a Cota per circa 25mila euro ci sono anche scontrini di fast food alle tre del mattino, fiori, penne e cravatte. Ma quando al governatore i pm hanno chiesto conto di certe ricevute, come quelli rilasciati da un autogrill, lui avrebbe risposto di non essere stato in quel posto e dunque di non essere responsabile di quegli acquisti. Una versione che verrebbe smentita dai tabulati e dall’analisi delle celle telefoniche con cui è possibile localizzare la posizione di un cellulare. Tanto che secondo la procura – riporta il quotidiano – Cota ha mentito. Ma lui per difendersi ieri ha scritto ai cittadini: “Sono un presidente leale che si dedica anima e cuore al governo della Regione”.

Come riportato da La Stampa, al Popolo della libertà sono contestate le spese per ristoranti e vestiti. Franco Maria Botta (Pdl) ha speso tra giugno 2010 e settembre 2012 41.472,23 euro di pranzi e cene, mentre 12.210 euro in abbigliamento. Ma è solo l’inizio: al consigliere sono contestati 79.051,94 euro per cd, articoli per la casa, gioielli e pure, tra le altre cose, un trasloco. Marco Botta ha sulle spalle 36.372,20 euro di rimborsi: dentro ci sono cibi da asporto e consumazioni al bar. Poi 3.515,79 euro in vestiti con annessa tappa da Hermes. E’ sua la mazza da golf messa a rimborso spese, ma anche il parrucchiere e gli “articoli per fumatori”. Così Valerio Cattaneo, 38.218,34 euro per il cibo e 6.154 per vestirsi: spunta uno scontrino anche di Louis Vuitton. Alberto Cortopassi ha sul conto 48.131,97 euro, come dice il quotidiano di Torino, tra cui anche gli scontrini dei tramezzini. Luca Pedrale ha speso 2.790 euro per mangiare. 

 Tra le attività contestate anche l’utilizzo di denaro della Regione per la campagna elettorale. Nel conto ci sono manifesti e volantini per le elezioni. Il più clamoroso, come rivela La Stampa, quello di Angiolino Mastrullo, imprenditore e giornalista di 64 anni e tra i fondatori di Forza Italia in Piemonte. Ha speso 13mila e 300 euro per una trasferta a Roma per il Congresso nazionale del Pdl del 30 giugno 2011. Ai magistrati ha detto che si è trattato di viaggi organizzati con pullman e compagnie di viaggio saltati all’ultimo momento per mancanza di militanti che volessero partire per partecipare alla manifestazione politica.