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Timoshenko, il parlamento ucraino boccia la legge per il suo ricovero all’estero

La norma avrebbe potuto consentire di sbloccare il caso dell'ex premier, consentendole di andare in Germania per ricevere cure. La sua liberazione è una delle condizioni poste dall'Ue per la firma di un accordo economico con Kiev

Il parlamento ucraino ha bocciato tutti e sei i progetti di legge per il ricovero all’estero dei detenuti. Norma che avrebbero potuto consentire alla leader dell’opposizione in carcere Iulia Timoshenko di essere curata in Germania. L’ex premier è in condizioni di salute precarie, anche a causa delle dure condizioni detentive. La liberazione di Timoshenko è per l’Unione europea una delle condizioni per la firma di un’intesa con Kiev a fine mese.

La Verkhovna Rada (il parlamento) si è riunita oggi per discutere alcune riforme richieste proprio dall’Ue per la sigla di un accordo di associazione e libero scambio. All’ordine del giorno c’era anche la norma che avrebbe consentito di sbloccare il caso Timoshenko. Condannata a sette anni di reclusione, la sua liberazione è una delle condizioni poste da Bruxelles per la firma dell’intesa. Ma i membri del partito delle Regioni del presidente Viktor Yanukovych hanno votato no, mentre i veterocomunisti di Petro Simonenko non hanno partecipato al voto. I parlamentari dell’opposizione, gli unici a votare a favore hanno reagito cantando “vergogna, vergogna” in aula. In mattinata sono stati invece approvati in seconda lettura gli emendamenti alla legge per le elezioni legislative chiesti dall’Ue.

Due giorni fa il parlamento ucraino aveva concluso una seduta senza neanche toccare il caso Timoshenko e aveva rimandato il dibattito a oggi. Fino a ieri comunque – in una riunione di un gruppo di lavoro parlamentare a cui hanno assistito anche gli osservatori Ue, Pat Cox e Aleksander Kwasniewski – maggioranza e opposizione non avevano ancora trovato una soluzione condivisa alla vicenda.