Ambiente & Veleni

Vendola e l’Ilva, quando una risata cancella Ecologia e Libertà

Aggiornato alle ore 16,00 del 16 novembre 2013 *

In un paese ormai scivolato dal declino al degrado anche Nichi Vendola varca il Rubicone e passa dalla categoria dei politici a quella dei politicanti. Intercettato dalla Guardia di Finanza mentre al telefono con il responsabile delle relazioni istituzionali dell’Ilva, Girolamo Archinà, dà, tra gli sghignazzi, “della faccia da provocatore” a un cronista che tentava di porre domande a Emilio Riva sulle morti per tumore, il Governatore pugliese non si scusa. Non si dimette. E anzi querela ilfattoquotidiano.it impapocchiando per l’occasione una pietosa e bugiarda spiegazione.

Il (si spera) futuro ex leader di Sinistra ecologia e libertà nega in un comunicato le “presunte risate suscitate dalle domande sulle morti di cancro”. E ricorda invece di essere rimasto solo colpito da “Archinà che con un salto improvviso si era avvicinato a un giornalista che stava intervistando Riva”. Peccato però che “lo scatto di Archinà” non fosse la mossa del ballo della Taranta. Archinà, come si vede chiaramente nel filmato che tanta ilarità ha suscitato nel politicante pugliese, strappa il microfono dalle mani del giornalista subito dopo averlo sentito chiedere a Riva, con assoluta gentilezza, chiarimenti sui morti per tumore. E, poi non contento, si frappone a mo’ di gorilla tra il cronista e il suo padrone.

Ovviamente tutto questo nel comunicato di Vendola non lo si legge. Probabilmente perché è difficile spiegare alle migliaia di militanti per bene del suo partito come sia da oggi conciliabile il nome di Sel con quello del proprio presidente.

Il gesto violento con cui Archinà censura le domande scomode sul cancro, dovrebbe indignare chi ha a cuore sia l’ecologia che la libertà (a partire da quella di cronaca). Ma il Governatore di Puglia non si scandalizza. Si complimenta invece con il protagonista “della scena fantastica”, per poi raccomandargli di dire a “Riva che il presidente non si è defilato”.

Fino alla sera prima della pubblicazione dei nostri video-servizi, qui a ilfattoquotidiano.it pensavamo che la brutta intercettazione si potesse giustificare con l’ansia di Vendola di non tagliare i ponti con l’Ilva per garantire l’occupazione.

Per tutto il pomeriggio lo avevamo cercato in più colleghi telefonandogli, inviando sms e parlando con il suo entourage. Volevamo dargli la possibilità di replicare e avevamo pensato di chiedergli se, alla luce di quanto è accaduto a Taranto, non si fosse pentito dei suoi comportamenti. Vendola non ha risposto, né richiamato.

Oggi però querela. E la sua replica, arrogante, dice tutto. Meglio così. Ci vedremo in tribunale. Ne siamo felici.

* Ps: Ventiquattro ore dopo la bufera Vendola  fa ammenda. “L’unica cosa di cui mi vergogno davvero è di aver riso di quel giornalista che faceva il suo mestiere, a cui chiedo scusa”, dice il governatore. Che poi aggiunge di aver cercato la benevolenza di Archinà per “cambiare la storia di Taranto”. “Non avuto niente in cambio”, afferma. Gli crediamo e  siamo contenti, che sia pure in ritardo, il leader di Sel  abbia ammesso di aver irriso un cronista censurato perché faceva domande sui tumori. Anche Vendola, alla fine, ha capito che continuare a giustificare le risate con “il balzo improvviso” di Archinà non aveva senso. Ovviamente sarebbe stato meglio che queste cose ce le avesse dette prima della pubblicazione. Ma va bene anche così.  Non ovviamente per noi. Ma per il rispetto dovuto ai morti di Taranto.