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Attentato Nassiriya, i carabinieri contro Corda (M5S): “Faccia pubblica ammenda”

La parlamentare Cinque Stelle aveva detto che “anche il kamikaze della strage fu una vittima”. L'Arma la invita a "trarre le necessarie conseguenze". La deputata si scusa in Aula e scrive una lettera ai familiari delle vittime, mentre neanche i colleghi di partito la difendono

I carabinieri all’attacco di Emanuela Corda. In un comunicato stampa, il Consiglio centrale di rappresentanza dell’Arma ha definito vergognose le parole pronunciate alla Camera dalla deputata del Movimento 5 Stelle: la parlamentare aveva detto che “anche il kamikaze della strage di Nassiriya fu una vittima”, facendo riferimento all’attentato in Iraq di dieci anni fa. I carabinieri hanno espresso il proprio “sdegno e riprovazione” e hanno parlato di offesa nei confronti del “sentimento nazionale di un intero popolo”. Gli uomini dell’Arma hanno invitato quindi la deputata “a fare pubblica ammenda e a trarne le necessarie conseguenze“. La deputata, cui neanche i colleghi di partito avevano risparmiato critiche, ha così chiesto scusa in Aula alle famiglie delle vittime, dopo avere scritto loro una lettera.

La frase incriminata era stata pronunciata da Emanuela Corda subito dopo il minuto di silenzio osservato per commemorare le vittime di Nassiriya: 19 italiani, di cui 12 carabinieri, e 9 iracheni, di cui quattro bambine di uno scuolabus. “Tutti noi ricordiamo commossi i 19 italiani deceduti”, aveva affermato la deputata M5S. “Nessuno però ricorda il giovane marocchino che si suicidò per portare a compimento la strage e quando si parla di lui lo si dipinge solo come un assassino e non come una vittima, perché anche egli fu vittima oltre che carnefice”. Duri i toni della replica dei carabinieri: “Accomunare nel ricordo vittime innocenti e carnefici è maldestra iperbole sociologica e stupido giustificazionismo della violenza terroristica”. E hanno aggiunto: “Immolare la propria vita per la patria è il più grande atto d’amore che un cittadino possa fare per il proprio Paese. I carabinieri d’Italia, quando si arruolano, giurano solennemente davanti alla bandiera di difendere le libere istituzioni in patria e all’estero anche a costo della propria vita”.

Le polemiche innescate dalla sua frase hanno convinto Emanuela Corda a chiedere scusa in Aula. La deputata ha letto di fronte ai colleghi un passaggio della lettera inviata alle famiglie delle vittime di Nassiriya.  “Se le mie parole hanno soltanto minimamente offeso i familiari delle vittime di Nassiriya, chiedo scusa loro perché questo non era in alcun modo mia intenzione”, si legge nella lettera. La parlamentare ha espresso la sua vicinanza ai familiari dei morti nell’attentato e si è detta contraria “a qualunque fanatismo“. Ma ci ha tenuto a precisare la sua posizione. “In occasione del mio intervento in Aula – prosegue la deputata M5S – non ho fatto alcun elogio del kamikaze ma ho, al contrario, denunciato l’orribile ideologia che, sfruttando la disperazione e l’ignoranza, lo ha portato a trasformarsi in una bomba umana”.

Ma in questa sua difesa, la deputata non ha trovato la solidarietà neanche dei suoi colleghi di partito. “Chi sceglie di assassinare non può mai essere accomunato con le vittime. Mai”, ha scritto su Facebook il senatore Mario Giarrusso. Sulla stessa linea, la parlamentare M5S Sara Paglini. “Non giustifichiamo tutto, altrimenti mi verrebbe da pensare che qualcuno un giorno si potrebbe anche dire che le stragi naziste, i morti in Siberia, i regimi violenti come quello di Pinochet”, che tuttavia nel post della senatrice è diventato Pino Chet, “o i colonnelli in Argentina o Pol Pot in Cambogia furono voluti da vittime di un sistema politico deviato e di un’infanzia sfortunata e infelice. Per favore, Emanuela Corda, chiedi scusa per questo assurdo comunicato“.