Giustizia & Impunità

“Non vollero salvare Moro”. Indagato per calunnia ex finanziere

Giovanni Ladu negli anni ha chiamato in causa i vertici istituzionali e dei servizi accusandoli di conoscere la prigione dove il presidente Dc era tenuto dalle Br e di non essere deliberatamente intervenuti

L’ex brigadiere della Guardia di finanza Giovanni Ladu è indagato per calunnia in relazione al caso Moro per aver accusato, pur sapendoli innocenti, i vertici istituzionali dell’epoca, colpevoli – secondo lui – di non non aver voluto liberare il presidente della Democrazia cristiana, nonostante fossero a conoscenza del covo delle Brigate Rosse di via Montalcini. Tutto lo stato maggiore della Dc: Cossiga, Andreotti, Donat Cattin, Zaccagnini, fino agli ufficiali dei servizi segreti Maletti, Musumeci e Santovito. Sono tanti i nomi chiamati in causa dall’ex militare nel corso degli anni.

Ladu, 56 anni, nato a Carbonia (Cagliari), ex brigadiere della guardia di finanza, aveva raccontato di essere stato assegnato, nei giorni del sequestro, a un contingente speciale impegnato in via Montalcini per servizi di controllo e di vigilanza dello stabile. Lo Stato, a suo dire, sapeva dove Aldo Moro era tenuto prigioniero, ma avrebbe deciso deliberatamente di non intervenire, condannando il presidente della Dc alla morte, avvenuta il 9 maggio del 1978, per mano delle Br.

I carabinieri del Ros, per ordine del pm di Roma Luca Palamara, hanno perquisito la casa dell’ex finanziere a Novara. Agli atti dell’inchiesta è finito anche un fitto scambio di mail tra Ladu e l’ex giudice Ferdinando Imposimato, che indagò sul sequestro e l’omicidio Moro e recentemente ha pubblicato il libro “I 55 giorni che hanno cambiato l’Italia”, dove ha inserito alcune notizie fornite dall’ex sottufficiale.  E’ stato lo stesso Imposimato a consegnare agli inquirenti le 84 mail ricevute.

Ma Ladu, nelle mail dove si faceva chiamare Oscar Puddu, parla anche della struttura segreta Gladio, di cui dice di aver fatto parte. E aggiunge di aver saputo da fonti certe che un grosso quantitativo di esplosivo proveniente da un deposito dismesso dell’organizzazione era stato utilizzato per gli attentati del ’92 a Falcone e Borsellino. Mentre altra parte dell’esplosivo era stata inviata “a Gaza e in Cecenia” ed era servita anche “per la vicenda di Abu Omar”. Non mancano rivelazioni su Ustica: il Dc9 sarebbe stato abbattuto da un “missile francese”, secondo notizie apprese “dal Mossad”.