Cronaca

Siena, inaugurata la moschea che Oriana Fallaci voleva “fare saltare in aria”

Il luogo di culto a Colle Val d'Elsa è aperto al pubblico dopo 15 anni di polemiche e 6 di cantiere. Sarà gestito da un comitato scientifico di garanzia, con 4 membri scelti dal Comune e 4 dalla comunità islamica. Contro il progetto si era mossa la giornalista scrittrice: "Non voglio vedere un minareto nel paesaggio di Giotto"

Grigliate di salsicce, teste di maiale e provocazioni al tritolo non sono bastate. Dopo sei anni di cantiere e quindici di polemiche politiche e gesti eclatanti, è stata inaugurata la moschea El Rawadan di Colle Val d’Elsa, in provincia di Siena. Dotato di un minareto in cristallo e una cupola sormontata dalla tradizionale mezzaluna dorata, in grado di ospitare 400 fedeli, il luogo di culto sarà gestito da un comitato scientifico di garanzia. Contro il progetto si era mossa anche la giornalista Oriana Fallaci che, pochi mesi prima della morte nel 2006, aveva detto di volere fare saltare per aria la moschea.

La struttura è stata costruita a San Lazzaro, alla periferia di Colle Val d’Elsa, su terreno concesso in diritto di superficie per 99 anni all’associazione islamica: l’affitto è pari a 11mila euro all’anno. Fondi per la realizzazione sono stati messi a disposizione dalla Fondazione Mps (300mila euro), dalle comunità islamiche italiane (1 milione e 600 mila euro) e ancora da una fondazione del Qatar. La gestione è invece affidata a un comitato scientifico di garanzia composto da otto membri, quattro dei quali nominati dal Comune e quattro dalla stessa comunità islamica. “Lo scontro delle civiltà qui è stato sconfitto, ha vinto l’incontro”, ha sottolineato l’imam Izzedin Elzir. “Invitiamo tutti a venire, a frequentarla, chi è contro di noi e che pure rispettiamo e chi ci conosce già – ha aggiunto Feras Jabareen, presidente della comunità islamica senese – Questo è un luogo e un segno di pace”.

Eppure, negli ultimi anni, il progetto della moschea era diventato terreno di scontro e tensioni. L’uscita più clamorosa era stata quella di Oriana Fallaci, nel maggio del 2006. “Non voglio vedere questa moschea, è molto vicina alla mia casa in Toscana”, aveva dichiarato la giornalista. “Non voglio vedere un minareto di 24 metri nel paesaggio di Giotto, quando io nei loro paesi non posso neppure indossare una croce o portare una Bibbia. Se sarò ancora viva, andrò dai miei amici a Carrara, la città dei marmi. Lì sono tutti anarchici: con loro prendo gli esplosivi e la faccio saltare per aria“. A Colle Val d’Elsa si era presentato anche il leghista Mario Borghezio, che aveva fatto una grigliata di salsicce per protestare contro la costruzione della moschea. Altro gesto di sfida, una testa di maiale fatta trovare all’interno del cantiere da anonimi contestatori.