Politica

Legge elettorale, Napolitano: “Pronto a incontri con M5s, nonostante le ingiurie”

Il Capo dello Stato ha espresso rammarico per il rifiuto del gruppo a 5 Stelle di non andare a colloquio al Quirinale. Poche ore prima si era svolto l'incontro con maggioranza e governo all'insaputa delle opposizioni

Il Presidente della Repubblica “ha preso atto con rammarico della decisione del Movimento 5 Stelle di declinare l’invito “. Prima il vertice di maggioranza e governo al Quirinale convocato per parlare della legge elettorale, poi la decisione di incontrare i gruppi d’opposizione. Così nel pomeriggio Sinistra ecologia e libertà e Fratelli d’Italia sono stati ricevuti dal Colle. La Lega Nord, dopo il rifiuto iniziale, ha fatto sapere che la prossima settimana incontrerà il Presidente. Chi continua a non volerne sapere è invece il Movimento 5 Stelle che si rifiuta di scendere a compromessi dopo il mancato invito iniziale : “Si ricorda che la presidenza della Repubblica”, scrive in una nota Napolitano, “ha sempre, e anche di recente, accolto richieste di incontro da parte dei 5 Stelle, benché spesso accompagnate da attacchi scorretti e perfino ingiuriosi al capo dello Stato”.

Nelle ultime ore si era registrata la richiesta di impeachment da parte di Beppe Grillo e alcune dichiarazioni degli eletti in Parlamento che il Presidente della Repubblica ha letto come “ingiuriose”. All’invito ha risposto su Facebook la deputata ed ex capogruppo grillina alla Camera Roberta Lombardi: “Visto che oramai il Caro Presidente si è definitivamente rivelato il capo politico delle larghe intese, come forza politica dovrà venire in Parlamento a cercarci, che è il posto dove noi vogliamo confrontarci pubblicamente. La aspettiamo. Ci vediamo lì, ma forse per lei non sarà un piacere”. Ma la decisione di respingere compatti ogni tentativo riparatore del Capo dello Stato non ha convinto tutti e in serata tra chi dei 5 Stelle è rimasto a Roma non mancano i malumori: “Perché non ci siamo consultati prima di prendere una decisione simile?”. 

Napolitano difende la sua decisione senza possibilità di appello. E in una nota, ha spiegato che i colloqui del Quirinale con i gruppi di maggioranza sulla legge elettorale non avallavano alcuna “prevaricazione della maggioranza sulle minoranze” e da quei colloqui non hanno chiuso alcun “giuoco” come da qualche parte si è affermato senza alcun fondamento. Agli esponenti di maggioranza, ha spiegato il Colle, è stata data la precedenza per il ruolo che hanno nella discussione in corso nella prima commissione del Senato, avendo essi designato i due relatori sulla materia. E comunque quegli incontri “avevano il medesimo carattere puramente informativo e ricognitivo”. L’auspicio del presidente della Repubblica resta che in materia di modifiche o innovazioni del sistema elettorale, si persegua in Parlamento la più larga condivisione. L’urgenza dell’iniziativa da lui presa ieri rispondeva a quanto affermato pubblicamente dalla tribuna del congresso dell’Anci a Firenze: cioè il timore di una sovrapposizione, sul delicato tema della legge elettorale, tra due istituzioni fondamentali, il Parlamento e la Corte Costituzionale. L’obiettivo, secondo il capo dello Stato, è di fare presto a causa dell’urgenza che le Camere modifichino il Porcellum prima dell’intervento della Consulta previsto il 3 dicembre. “Prima dell’udienza della Corte Costituzionale, il Parlamento affermi il ruolo suo proprio intervenendo almeno a modificare la legge vigente”.