Politica

Riforme, M5S fa ostruzionismo: voto in aula Senato slitta al 23 ottobre

I 50 senatori del Movimento 5 Stelle sono intervenuti in aula a Palazzo Madama per 20 minuti a testa in sede di discussione generale, denominando la loro iniziativa ‘costruzionismo’ contro il “tentativo di violentare l’art 138 della Costituzione”

Loro lo chiamano “costruzionismo“, per tutti gli altri parlamentari è puro ostruzionismo. A prescindere da questioni dialettiche il risultato è uno solo: il voto finale sul ddl costituzionale che istituisce un Comitato parlamentare per le riforme slitta alla prossima settimana, esattamente a mercoledì 23 ottobre, come deciso dalla conferenza dei capigruppo. Il motivo? I 50 senatori del Movimento 5 Stelle sono intervenuti in aula a Palazzo Madama per 20 minuti a testa in sede di discussione generale, denominando la loro iniziativa ‘costruzionismo‘ contro il “tentativo di violentare l’art 138 della Costituzione”.

Il rinvio del voto, tuttavia, è piaciuto non solo ai grillini. “Questa assurda maggioranza ha tentato di forzare ulteriormente i tempi per stravolgere una delle pietre angolari della Costituzione, cancellando ogni residua forma di dibattito, per arrivare al voto entro stasera o addirittura domattina all’alba, dopo una seduta notturna”. Parola del presidente del Gruppo Misto-Sel Loredana De Petris a margine della conferenza dei Capigruppo. “Sinistra Ecologia e Libertà – prosegue De Petris – si è opposta a questo ennesimo tentativo di stravolgere le regole per modificare sbrigativamente e a colpi di maggioranza le fondamenta della Repubblica parlamentare. Ringraziamo il presidente Grasso che ha compreso le nostre motivazioni fissando il voto finale per mercoledì prossimo; rimane tuttavia il rammarico di svolgere un dibattito parlamentare in tempi incredibilmente ristretti”.

E mentre la discussione è andata avanti, è montata la polemica sull’assenza in Aula del ministro per le Riforme Gaetano Quagliariello. “Non si sente bene, non ci sono ragioni politiche né di disprezzo verso l’assemblea per la sua assenza, e cercherà di raggiungerci se starà meglio” ha detto il presidente di turno del Senato Maurizio Gasparri, invitando la capogruppo di Sel Loredana De Petris a ritirare le accuse che aveva espresso in Aula, con una certa veemenza per “l’ingiustificabile assenza del ministro” mentre in aula si discute il ddl costituzionale che istituisce il comitato per le riforme. La spiegazione di Gasparri ha spinto i senatori di M5S a chiedere la sospensione della seduta. Gasparri ha replicato che il governo è rappresentato da un sottosegretario e quindi non ci sono motivi regolamentari per sospendere ma di fronte alle insistenze di alcuni senatori del M5S è sbottato: “Se un ministro è malato, cosa posso fare io? Non siamo mica la Asl. E comunque il ministro Quagliariello è stato sollecitato, e verrà anche se sta male”. La senatrice del Pd Anna Finocchiaro è intervenuta a difesa della “serietà” di Quagliariello, riferendo di averlo visto stamane “entrare in ambulatorio”. Il ministro si è materializzato poco dopo e con voce un pò gutturale, per via del naso chiuso, si è scusato per il ritardo spigando che stava facendo delle inalazioni nell’ambulatorio del Senato.

Il lavoro del presidente di turno Gasparri, però, non era finito con la chiusura della polemica. Durante gli interventi-fiume, il senatore M5S Bruno Marton prima ha citato Dario Fo in merito alla “Costituzione più bella del mondo” e poi dal microfono ha diffuso la registrazione della voce del premio Nobel con una dichiarazione che però Gasparri ha interrotto subito. “Non è consentito dal Regolamento. Se vuole continui il suo intervento, ma non siamo a ‘Radio campo base’…” ha detto Gasparri, richiamandolo all’ordine. Per tutta risposta, Marton ha concluso con un netto “si vergogni a togliere la parola a un premio Nobel”. “Si vergogni lei…”, è stata la replica dell’esponente Pdl.