Politica

Legga stabilità, tagli alla sanità per oltre 4 miliardi e nuova tassa sulla casa

Nella bozza del provvedimento è contenuto anche un allentamento dei vincoli di spesa dei comuni per il patto di stabilità e deduzioni fiscali per le aziende che assumono. Polemica sulla riduzione della spesa sanitaria. Ma il Tesoro smentisce: "Non è questo il documento che verrà discusso domani in consiglio dei ministri"

La definizione della nuova tassa sulla casa. Tagli alla sanità. Deduzioni fiscali per le aziende che assumono. E deroghe al patto di stabilità che limita la spesa degli enti locali. Sono queste alcune delle misure che sono contenute nella prima bozza circolata della legge di stabilità che verrà discussa domani in consiglio dei ministri. Secondo fonti del governo il provvedimento conterrà misure per 10-12 miliardi per il 2014. Primo obiettivo sarà il “rilancio della crescita”, sostiene il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, che parla della necessità di “ridurre gli oneri fiscali su lavoro e imprese e rilanciare gli investimenti”. Per questo nella legge ci sarà spazio per gli investimenti “sia di natura infrastrutturale come ferrovie e Anas” e per un allentamento del patto di stabilità per i comuni che daranno “più risorse agli investimenti”. Ma a tenere banco sono le polemiche sulla scure che rischia di abbattersi sulla spesa sanitaria. Tanto che il ministro Dario Franceschini precisa: “Ci stiamo ancora lavorando”. E dal ministero dell’Economia viene diffusa una nota: ”Le bozze di provvedimenti di finanza pubblica in circolazione presso gli organi di informazione, sulla base delle quali vengono pubblicati ‘resoconti preventivi’, non corrispondono al disegno di legge di stabilità che verrà discusso dal Consiglio dei ministri”.

Tagli alla sanità – Nella bozza trova conferma la presenza dei nuovi tagli alla sanità, osteggiati dalle Regioni e dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin, secondo cui il sistema sanitario nazionale rischia di non sopportare nuove sforbiciate. “Troveremo una soluzione equa”, garantisce il collega Saccomanni. Intanto la bozza prevede tagli per 2,65 miliardi al Fondo sanitario nazionale per i prossimi tre anni. Nel dettaglio, la riduzione del livello del finanziamento dovrebbe essere di 500 milioni di euro per il 2014, di 1.040 milioni di euro per il 2015 e 1.110 milioni di euro a decorrere dal 2016. 

Nel documento trovano spazio anche la “rideterminazione dei tetti della spesa farmaceutica territoriale e ospedaliera (dal 11,35 all’11,3 per cento e dal 3,5 al 3,3)”, con un “effetto finanziario complessivo 220 milioni di euro annui a decorrere dal 2014”. Allo stesso tempo viene stabilita la “riduzione dei tetti per le prestazioni di assistenza ospedaliera e specialistica acquistate dagli erogatori privati accreditati”, con un “effetto finanziario 280 milioni di euro annui a decorrere dal 2014”. 

I totale i tagli alla sanità valgono 4,15 miliardi su tre anni. E la polemica partita già in mattinata sulle prime indiscrezioni, monta non appena viene diffusa la bozza. Parla di “lacrime e sangue per i soliti noti” il presidente della Puglia Nichi Vendola, mentre il governatore lombardo Roberto Maroni afferma: “Rabbrividisco di fronte all’idea che la sanità venga tagliata. Siamo già ridotti all’osso e qualunque taglio rischia di tagliare i servizi”. Preoccupazioni a cui cerca di porre freno il ministro Graziano Delrio: “Stiamo lavorando per evitare ulteriori sacrifici alla gente e per evitare tagli agli enti locali e alla Sanità”. Il lavoro del governo sulla legge si stabilità è “ancora in corso” e le anticipazioni sugli organi di informazioni sono “quasi sempre infondate” e “si susseguono a una velocità tale da renderne impossibile smentite puntuali”, aggiunge il responsabile dei Rapporti con il parlamento Dario Franceschini.

Allentamento del patto di stabilità – La bozza del provvedimento contiene una taratura del patto di stabilità interno “al fine di consentire agli enti locali nel 2014 e 2015 i pagamenti in conto capitale”. Dalla norma si calcolano oneri “sull’indebitamento e sul fabbisogno di 1.000 milioni di euro per l’anno 2014 e di 1.000 milioni per l’anno 2015”. Ma se da un lato i comuni potranno spendere di più, dall’altro la bozza definisce nuovi tetti alla spesa delle Regioni per gli anni 2014-2017 per un importo complessivo di un miliardo.

Regioni ed enti locali non potranno più ricorrere ai derivati. Finora il blocco al ricorso alla finanza derivata era temporaneo, in attesa di un regolamento. Con la legge di stabilità diventerebbe definitivo. 

Nuova tassa sulla casa e rendite finanziarie tassate al 22% – Viene poi rivisto il sistema delle imposte sulla casa, dopo l’abolizione dell’Imu. “E’ istituito – si legge nella bozza – in tutti i comuni un tributo sui servizi comunali, denominato TRISE che si articola in due componenti: la prima, a copertura dei costi per la gestione dei rifiuti urbani (TARI); la seconda, a fronte della copertura dei costi relativi ai servizi indivisibili dei comuni (TASI)”. L’aliquota di base della Tasi è fissata all’1 per mille. 

Oltre alle imposte sulla casa, nella bozza della legge di stabilità è previsto un aumento della tassa sulle rendite finanziarie che passerebbe dal 20% al 22%.

Contributo di solidarietà dalle pensioni d’oro e 600 milioni per cig – La bozza che arriverà domani in consiglio dei ministri prevede un contributo di solidarietà per le pensioni oltre i 100.000 euro “con la finalità di concorrere al mantenimento dell’equilibrio del sistema pensionistico”. Il contributo sarebbe del 5% per la parte eccedente i 100mila euro fino a 150mila, del 10% oltre i 150mila e del 15% oltre i 200mila.

La rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici, inoltre, “per il solo anno 2014 non è riconosciuta alle fasce di importo superiori a sei volte il trattamento minimo Inps”, cioè superiori ai 3.000 euro.

In arrivo ci sono 600 milioni di euro nel 2014 per la cassa integrazione. L’autorizzazione di spesa, si legge nella bozza, “è incrementata, per l’anno 2014, di 600 milioni di euro per essere destinata al rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga”.

Contratti bloccati nella pubblica amministrazione – Il blocco dei contratti nel pubblico impiego relativo al triennio 2010-2012 viene esteso fino al 31 dicembre 2014. La norma è estesa anche la personale del servizio sanitario nazionale.

A decorrere dal 2014 viene poi tagliata del 10% la spesa per straordinari delle amministrazioni statali, compresa la presidenza del Consiglio dei ministri.

Riduzione del cuneo fiscale – In arrivo ci sono poi deduzioni Irap, fino a un massimo di 15 mila euro a dipendente, per i nuovi assunti. La deduzione, si sottolinea, “decade se nei periodi d’imposta successivi a quello in cui è avvenuta l’assunzione, il numero dei lavoratori dipendenti risulta inferiore al numero degli stessi lavoratori mediamente occupati in tale periodo d’imposta; la deduzione spettante compete, in ogni caso, per ciascun periodo d’imposta a partire da quello di assunzione, sempre che permanga il medesimo rapporto di impiego”.

Stando al testo in circolazione, la detrazione ‘base’ riconosciuta ai lavoratori dipendenti potrebbe salire da un valore di 1.338 a 1.450 euro. Il meccanismo, che prevede una riduzione dello ‘sconto’ in proporzione al reddito, si annulla attorno ai 55.000 euro, mentre rimane immutato lo sconto per chi non supera gli 8.000 euro.

Fondi all’editoria – “E’ istituito un fondo straordinario per gli interventi di sostegno all’editoria con dotazione di 50 milioni di euro per il 2014, 40 milioni di euro per il 2015 e 30 milioni di euro per il 2016”. E’ quanto si legge nella bozza della legge di Stabilità. Il fondo è destinato “all’incentivazione all’avvio di nuove imprese editoriali attribuendo 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014, 2015 e 2016; al sostengo alle ristrutturazioni aziendali e agli ammortizzatori sociali attribuendo 30 milioni di euro per il 2014, 20 milioni di euro per il 2015 e 10 milioni di euro per il 2016”.  

Per la social card stanziati 250 milioni – Il Fondo per la social card è incrementato di 250 milioni di euro per il 2014. La carta acquisti non sarà più riservata solo ai cittadini italiani ma a “cittadini italiani o comunitari ovvero familiari di cittadini italiani o comunitari non aventi la cittadinanza di uno Stato membro che siano titolari del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, ovvero cittadini stranieri in possesso di permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo”.