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Amnistia e indulto, il ministro Cancellieri: “Non riguarderanno Berlusconi”

Il ministro della Giustizia ha escluso che i provvedimenti della riforma per risolvere la situazione delle carceri italiane riguarderanno il leader del Popolo della libertà. E ha aggiunto di avere idee chiare in merito alle urgenze da affrontare per rispettare la scadenza del maggio 2014 imposta dalla Corte di Strasburgo. Invece per il segretario del Pd Epifani: "Amnistia e indulto sono le ultime soluzioni"

Amnistia e indulto non riguarderanno Silvio Berlusconi. Il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri esclude che i provvedimenti per risolvere il sovraffollamento delle carceri italiane riguarderanno anche il leader del Popolo della libertà. “Penso proprio di no”, ha commentato intervistata da Giovanni Minoli a Mix24, su Radio24. Il ministro ha anche assicurato di non aver avuto “nessuna pressione dal Quirinale”. Anche se non sarà beneficiato il Cavaliere, il provvedimento di clemenza potrebbe “salvare” decine di consiglieri indagati per l’uso “allegro” di fondi pubblici.

Il ministro dice di avere “le idee chiare” sulla legge da proporre su amnistia e indulto. E ha sottolineato che un target potrebbe essere quello che tocchi 20mila detenuti, come avvenuto in casi precedenti. Il termine dei “quattro anni potrebbe essere una traccia”, ha aggiunto. “Risolveremo i problemi delle carceri rispettando i termini”, ha detto in merito alla scadenza del maggio 2014 imposta dalla Corte di Strasburgo sull’emergenza del sovraffollamento carcerario. La riforma della giustizia riguarderà “carceri, processo civile e velocizzazione processo penale. Su questi temi faremo molto presto, un mese, due mesi per approntare alcuni provvedimenti e alcune leggi delega nel settore”. 

“La giustizia spettacolo”, ha concluso, “è un problema: in questi anni ci sono stati eccessi, momenti pesanti, ma non dimentichiamo quello che ha funzionato. Tortora è il caso che ha fatto più male, il primo e il più doloroso. Poi ce ne sono stati altri, ma non facciamo nomi”, ha aggiunto. La violazione del segreto istruttorio: è un problema?, le è stato chiesto. “Sì, lo è”, ha risposto il ministro.

‘”Non bastano indulto e amnistia che devono essere le ultime soluzioni”: così Guglielmo Epifani, ha ribadito la posizione del suo partito dopo le rassicurazioni del ministro della Giustizia Cancellieri che il provvedimento non riguarderà Berlusconi. “Ho sempre avuto cautela per una ragione molto precisa, e non c’entrano le vicende giudiziarie di Berlusconi”, ha sottolineato Epifani.  Ha poi specificato : “Se noi facciamo l’operazione di svuotare le carceri solo con questi strumenti, fra due anni siamo esattamente come oggi, come è avvenuto nell’indulto del 2006“. Per trovare rimedio al sovraffollamento delle carceri Epifani ha invocato riforme strutturali: “Penso a quella sulla custodia cautelare, le modalità di affidamento di chi oggi è in prigione ad altri servizi e altri campi di attività che ti consentono una volta svuotate le prigioni di non riaffollarle dopo un anno”. Epifani ha sottolineato che bisogna rivedere la legge Giovanardi e la Bossi Fini e la Cirielli

A difendere il messaggio di Napolitano sull’emergenza carceri c’è invece il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco. “Il discorso del Capo dello Stato” sull’amnistia e l’indulto “è stato molto importante, direi decisivo”, ha sottolineato Bagnasco. “Dispiace solo vedere continuamente travisate ogni parola, anche le parole più alte”, ha detto Bagnasco a margine di un seminario sulla famiglia in corso a Genova.