Lavoro & Precari

Bando Neet 2013, 3mila tirocini per i giovani ma Cliclavoro s’impalla per ore

Un portale che mette in ballo tremila posti di lavoro presso 1600 aziende, e che costa alle casse del contribuente due milioni euro l'anno. Solo che non funziona, e quando gli iscritti cercano di partecipare al bando per ottenere il loro tirocinio, il sito s'impalla. E il 25 settembre in tantissimi hanno tentato invano di iscriversi

Un portale che mette in ballo tremila posti di lavoro presso 1600 aziende, e che costa alle casse del contribuente due milioni euro l’anno. Solo che non funziona, e quando gli iscritti cercano di partecipare al bando per ottenere il loro tirocinio, il sito s’impalla. Sono i numeri di Cliclavoro, il portale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, raggiungibile all’indirizzo cliclavoro.gov.it.

Il 25 settembre scorso era una data che molti giovani in cerca di lavoro avevano cerchiato in rosso sul calendario. Sul portale del ministero infatti si aprivano le iscrizioni per il progetto Amva – Neet: ovvero tremila posti di tirocinio retribuito con cinquecento euro lordi al mese, per i giovani Neet, cioè non inseriti in nessun percorso formativo o lavorativo, residenti in Campania, Sicilia, Puglia e Calabria. Proprio le regioni che nell’ultimo semestre hanno fatto registrare picchi vorticosi nelle statistiche sulla disoccupazione: in Campania, Calabria e Sicilia i senza lavoro si sono ormai attestati sul 23 per cento, mentre le giovani donne disoccupate in certe zone superano addirittura quota 51 per cento.

E’ per questo che l’offerta dei tremila tirocini a cinquecento euro lanciata da Cliclavoro fa gola a tanti. Addirittura troppi, dato che il sito proprio il giorno dell’aperture delle iscrizioni al bando è crollato: chi voleva iscriversi ha provato di continuo ad inserire le proprie credenziali ma senza successo. “Scusate, ma è da circa 2 ore e mezza che sono davanti al pc per cercare di candidarmi al progetto, ma mi rimanda sempre alla home page comparendomi: Spiacente, errore. Troverete la soluzione oppure dobbiamo stare davanti al pc fino a stanotte?” chiede uno dei tanti aspiranti lavoratori, scrivendo sulla pagina Facebook di Cliclavoro. Che è stata presa d’assalto dagli utenti, rimbalzati continuamente dal sito a causa di imprecisati problemi tecnici. “Siete veramente in tanti. Con un po’ di pazienza e provando ad accedere nelle prossime ore, potrete aderire al progetto. Ribadiamo che non è una corsa contro il tempo e non ci sarà nessuna graduatoria rispetto all’ordine di adesione” scrivono sempre sul social network i gestori di Cliclavoro. Scatenando ulteriormente la furia degli utenti. “Siamo in tanti? Ma va? Ci avete portato alla disperazione voi che per candidarci a un tirocinio e dico tirocinio ci stiamo rimbecillendo davanti a uno schermo per un’intera giornata come se fosse l’unica speranza rimastaci per poter avere uno straccio di lavoro e guadagnare qualcosa…dopo anni e anni di studio e sacrifici che oramai si sa …in questo Paese fallito non servono a niente”.

I problemi tecnici però sono continuati anche nelle ore successive. E nel frattempo le 1600 aziende accreditate (750 solo in Sicilia) avrebbero già trovato i tirocinanti, scegliendoli al di fuori della piattaforma di Cliclavoro, ma attingendo contributi sempre dai dieci milioni di finanziamento del progetto Neet. “Non si comprende come mai ci siano imprese che dichiarano, sempre sul web, di avere già scelto in soli due giorni i propri tirocinanti” scrive il responsabile delle politiche giovanili di Cgil Sicilia Andrea Gattuso in una nota. “La modalità di selezione – continua il sindacalista – avviene senza nessuna mediazione e controllo mentre le risorse vengono assegnate senza una valutazione sulla validità dei percorsi formativi”.

Il portale Cliclavoro era stato lanciato nel 2010, quando sulla poltrona più alta del Ministero di via Mauro Macchi sedeva Maurizio Sacconi: l’intento del nuovo sito del ministero del Lavoro era quello di incrociare le tantissime domande arrivate sul portale con possibili offerte. In pratica una sorta di archivio on line di curricula, simile a tanti altri portali, ma pagato con i soldi pubblici: ben due milioni di euro l’anno, come documentato dal fattoquotidiano.it nei mesi scorsi. A tanto infatti ammontava il bando per gestire l’infrastruttura di rete. Che appena è stata messa alla prova da migliaia di accessi contemporanei, è crollata come un castello di carte. Insieme alle speranze di centinaia di giovani disoccupati.  

Twitter: @pipitone87