Cronaca

Tav, atto vandalico contro una delle ditte della Torino-Lione: fiamme a un cassone

Nel mirino la Italcoge. Il titolare: "Escalation che fa male agli imprenditori, alla valle, ma soprattutto al movimento". Intanto i sindaci della Val Susa hanno sottoscritto un appello perché cessi ogni atto di violenza

Nuovo attentato la scorsa notte nei confronti di una delle ditte che lavorano al cantiere della Torino-Lione. Si tratta dell’Italcoge di Susa, nella cui cava è stato dato alle fiamme un cassone contenente materiale plastico. Gli autori del gesto hanno anche tentato di incendiare le gomme di una pala meccanica già incendiata nel 2012 e da allora non più utilizzata. Davanti al mezzo, imbrattato con la scritta “No Tav“, sono stati trovati bossoli di lacrimogeni. Indagano i carabinieri. “Questa escalation di violenza fa male non solo a noi imprenditori ma a tutta la valle di Susa – commenta Ferdinando Lazzaro, uno dei fratelli titolari dell’Italcoge – E soprattutto al movimento No Tav”. Lazzaro in passato era stato vittima di atti intimidatori di frange estreme del movimento. In un’aggressione aveva riportato la frattura di un braccio. “Andare avanti in queste condizioni è sempre più difficile. Di più non riesco a dire”.

Intanto i sindaci e gli amministratori della Valsusa hanno sottoscritto un appello affinché nella valle cessi “ogni atto di violenza” legato alla linea ad alta velocità Torino-Lione. Nello stesso tempo chiedono al Governo di riaprire “un confronto tecnico e istituzionale anche con gli Enti che hanno espresso critiche all’opera”. In una nota diffusa dalla Comunità Montana e sottoscritta dal presidente della comunità montana, Sandro Plano (da sempre contrario alla Tav) e da 22 sindaci, si fa riferimento ai recenti scontri tra attivisti No Tav e le forze dell’ordine e all’incendio di alcune mezzi di imprese impegnate nei lavori. “Gli amministratori della Valle di Susa – si legge nella nota – condannano ogni atto di violenza, intimidazione e vandalismo. Rivolgono un appello affinché questi atti non si ripetano più e affinché la protesta contro la costruzione di una nuova linea ferroviaria ad alta velocità si svolga nei limiti e nelle forme consentite dalla legge. Chiedono che sia data un’informazione corretta su queste vicende e al Governo di riaprire, con urgenza, un confronto tecnico e istituzionale anche con gli enti locali che hanno espresso critiche all’opera”.