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Siria, quando Napolitano elogiava Assad: “Esempio di laicità e difensore della libertà”

Sembra passato un secolo, ma è solo il 18 marzo 2010 quando Giorgio Napolitano è in visita ufficiale a Damasco. Fino ad allora nessun presidente della Repubblica aveva visitato la Siria. “Difficile non rimanere colpiti dalla bellezza del Paese e dall’ospitalità del suo popolo”, esordisce il Capo dello Stato durante una cerimonia, poi passa alle lodi di rito per le politiche del presidente Bashar al-Assad: “Esprimo apprezzamento per l’esempio di laicità e apertura che la Siria offre in Medioriente e per la tutela della libertà assicurate alle antiche comunità cristiane qui residenti”. Nel video, pubblicato dall’ufficio stampa del Quirinale e scovato da Dagospia, l’inquilino del Colle fa i suoi migliori auguri al dittatore, ieri statista e oggi nemico pubblico numero uno: “Esprimo i miei più sentiti voti per il benessere suo personale e della signora Asma”. Esattamente un anno dopo, il 15 marzo 2011, sull’ondata della primavera araba, iniziarono le prime manifestazioni contro il regime che poi hanno portato alla sanguinosa guerra civile