Economia & Lobby

Borsa in rosso, Milano soffre la Siria e il Pdl, ma anche la debolezza economica

In perdita l'indice Ftse Mib, che lascia sul terreno l'1,35% sull'onda dei timori degli investitori riguardo a un intervento in Siria e a una crisi di governo. Lo spread torna verso quota 250

Ancora tempesta sui mercati finanziari e, in particolare sulla Borsa di Milano, l’unica del Vecchio Continente che non è riuscita a superare la nuova ondata di timori per il possibile intervento militare in Siria. E così l’indice Ftse Mib ha perso l’1,35%, attestandosi a 16.712,2 punti, dopo avere toccato un minimo intorno al -2 per cento, mentre il Ftse All Share è sceso dell’1,21% a 17.789,97 punti.

Su Piazza Affari oltre al tema siriano hanno pesato i timori per l’eventualità di una crisi di governo nuovamente paventata dal Pdl. Ma anche i dati macroeconomici che vedono il Paese ancora in frenata proprio mentre Eurostat certifica la fine tecnica della recessione nell’Eurozona con un Pil dell’area della moneta unica che nel secondo trimestre è cresciuto dello 0,3 per cento.

Naturalmente è tornato ad allargarsi anche il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi, con il Btp decennale che paga interessi al 4,4% contro l’1,94% del Bund di pari durata per uno spread che si è di nuovo avvicinato a quota 250 punti (248 la chiusura contro i 241 punti di martedì sera). Un andamento che ha influenzato in particolare i titoli bancari, i più infarciti di debito nazionale e, in particolare Unicredit (-2,32%), Mediobanca (-3,69%) e Monte dei Paschi  (-2,58%). 

In controtendenza Finmeccanica che ha chiuso con un rialzo del 3,58% a 4,048 euro, grazie alle indiscrezioni riportate da Reuters, secondo le quali il gruppo della Difesa avrebbe raggiunto un accordo di massima con la coreana Doosan per la vendita della quota di controllo (55%) di Ansaldo Energia. Il valore dell’intesa si aggirerebbe tra 1,2 e 1,4 miliardi di euro, ma è necessario attendere il via libera del Tesoro.