Politica

Pd, Renzi inizia il tour: “In paese civile leader condannato va a casa da solo”

Parte all'attacco il tour del sindaco di Firenze alla conquista del Pd. A Forlì esorta a "non parlare più" del leader Pdl, ma non risparmia frecciate ai leader democratici.A Epifani: "Non ci fai fare il congresso". A Letta: "Scadenza del governo non mi interessa, posso aspettare". La promessa: "Se divento segretario via le correnti"

“In un qualsiasi Paese civile, un leader che viene condannato in via definitiva va a casa lui, senza aspettare che venga interdetto. Va a casa da sé perché è così, e lo diciamo con il massimo rispetto”. Così esordisce Matteo Renzi alla Festa del Pd di Forlì, riferendosi alla condanna di Silvio Berlusconi al processo Mediaset. Di Berlusconi, ha aggiunto, “bisogna smettere di parlare”. Mentre il premier Enrico Letta parla alla festa nazionale del partito a Genova, l’aspirante candidato premier Matteo Renzi interviene davanti a circa duemila persone alla festa di Forlì – altre cinquemila lo attenderanno più tardi a Reggio Emilia –  in un campo sportivo nella frazione di Borgo Sisa. E proprio a Letta il sindaco di Firenze riserva la seconda frecciata: “Il problema non è quanto dura il governo, ma cosa fa. Noi non facciamo il tifo contro nessuno, noi siamo perché il governo faccia”. Da Genova Letta ha ironizzato: sbaglia ”chi pensa di spaccare il Pd tra un pisano e un fiorentino, perché io ho intenzione di svolgere il mio compito per fare il Pd più unito e più grande e capace di vincere la prossima volta senza nuove larghe intese”.

Tutte occupate le 1.200 sedie allestite dagli organizzatori, diverse centinaia di persone sono rimaste in piedi. Un pienone incoraggiante per Renzi dato che l’appuntamento forlivese segna l’inizio di un tour sul quale l’ex rottamatore punta molto per il suo futuro politici nazionale. In serata Renzi interverrà alla Festa del Pd di Reggio Emilia. Nei prossimi giorni sarà a Genova domenica e a Bologna lunedì.

“Sono vent’anni che ci viene imposto di discutere della presenza di Berlusconi e per i prossimi venti giorni discuteremo della sua assenza, della sua decadenza”, ha continuato Renzi nel suo intervento. Sul fronte interno, invece, “rottamiamo le correnti di questo partito”, afferma, se vogliamo “un Pd che non perda alle elezioni”. Non cita Bersani, ma il riferimento è chiaro: “Un Pd che non perda le elezioni e che non finisca con meno consenso di quello con cui era partito”.

Non sono mancate dichiarazioni aggressive rispetto alla leadership democratica: “La speranza non si eredita, si conquista. Anche il Partito democratico non si eredita, si conquista”. E al segretario Guglielmo Epifani: “Se ci chiamiamo Pd, dobbiamo fare il congresso. Avevo capito che non ti candidavi tu, non che non ci facevi fare il congresso. Dobbiamo rispettare le regole, sennò non si va da nessuna parte”. Entro il 7 settembre “vanno fatte le regole”, aggiunge, “è una questione di principio. Chiediamo agli altri di rispettare le sentenze e noi non rispettiamo le scadenze?”. 

Su questo punto si è aperto un siparietto con il pubblico a proposito delle passate primarie del centrosinistra. “Una signora in prima fila mi sta dicendo: ‘Ti hanno già fregato una voltà. Cara signora, me ne sono accorto…”. Renzi poi promette: “Se divento segretario, la prima cosa che facciamo è rottamare le correnti”. 

Renzi si scalda, ma il suo ingresso in campo sarà dettato, oltre che dal congresso del partito, anche dalla durata di questa legislatura. “Non mi interessa la data di scadenza del governo, quella interessa a Letta non a me, io posso aspettare”, afferma ancora il sindaco. “L’importante è che non aspettino le famiglie, le imprese, la gente. Io posso aspettare”. Nel merito delle recenti scelte del governo, “non pensiate che chi vuole comunicare bene nasconda pochezza di contenuti”, spiega. “Comunicare bene vuol dire, ad esempio, che non è che Alfano ti toglie l’Imu e poi Letta ti mette la service tax, perché vedrete che andrà a finire così…”. Il Pd che regala una vittoria a Berlusconi, insomma. “L’unica promessa elettorale mantenuta – dice – gliela abbiamo fatta mantenere noi”. E invita il Pd a portare avanti le sue battaglie. “Loro hanno preteso l’abolizione dell’Imu – incalza – noi pretendiamo una legge elettorale“. 

Un altro sassolino dalla scarpa il sindaco di Firenze se lo toglie citando Massimo D’Alema: “D’Alema ha detto che andrà al circolo della propria sezione e che se io sarò candidato voterà per un altro: lo ha detto con molto sollievo e pari probabilmente solo al mio perché questa cosa ha permesso di chiarirci e di rimanere in linea”.