Politica

Decadenza, a Napolitano piace la tassa Service Berlusconi

L’operazione guadagnare tempo è in fase sempre più avanzata. Ogni tassello va piano, piano al suo posto.  Imu e Tares sono state cancellate, il governo non cade, le elezioni si allontanano. Il Pdl esulta e il pregiudicato Silvio Berlusconi pure.

Il perché è facile intuirlo. Il Cavaliere è un uomo di spirito. La trovata di cambiare nome alle due imposte, sostituite a partire dal 2014 dalla Service Tax, è roba da fare storia (della comicità). Da raccontare a cena alla sera tra le matte risate degli astanti. E poi alla bella notizia se ne è aggiunta un’altra, ancora più importante, intimamente legata alla prima.

Giorgio Napolitano ha finalmente fatto sapere come la pensa sulla sua decadenza da senatore. L’Eterno Presidente, scrivono senza essere smentiti i giornali , “ha letto con attenzione” e “apprezzato” l’intervista di Luciano Violante che tanto era piaciuta al leader, frodatore del fisco, del Popolo della libertà.

Il cosiddetto Garante della Costituzione non batte ciglio davanti all’idea che davvero per il Parlamento sia possibile sollevare davanti alla Consulta una questione di legittimità costituzionale su una legge approvata appena 8 mesi prima. Il Colle non disapprova che lo si faccia su una materia chiave per la maggioranza degli italiani: la moralità della classe politica. E in nome della tenuta dell’esecutivo Letta sorride al grande pastrocchio su decadenza e tasse.

L’Eterno Presidente ha già dimenticato le parole da lui stesso pronunciate durante il suo tanto osannato discorso per la re-incoronazione. Basta con “i calcoli di convenienza, i tatticismi e gli strumentalismi“, nessuna “autoindulgenza” da parte dei “corresponsabili del diffondersi della corruzione” diceva il 22 aprile. Oggi invece tace e “apprezza” .

Così  restano solo da sistemare i particolari. Bisogna aspettare (e sperare) con pazienza che altri esponenti del Pd e di Scelta Civica si ritrovino sulle posizioni del duo Violante-Napolitano (mercoledì 28 agosto è stata la volta di Beppe Fioroni). Bisogna ottenere che giunta per le immunità e Senato, intavolino un’approfondita discussione.Poi, proprio come l’Imu, anche l’operazione guadagnare tempo potrà tentare spiccare definitivamente il volo cambiando nome. Potrà finalmente chiamarsi operazione impunità duratura.

Le tappe nella testa del Cavaliere sono del resto chiare: ricorso alla Consulta per bloccare, forse fino al 2015, il voto sulla decadenza, richiesta di ammissione in prova ai servizi sociali, per poi poter dire di essersi riabilitato e cercare di rimanere in Parlamento come fece nel 2001, nonostante l’interdizione dai pubblici uffici, il forzista Gianstefano Frigerio. Una truffa pseudogiuridica, da portare avanti evocando la stabilità  delle larghe intese, che se andrà in porto farà apparire quella sulle imposte sulla casa roba da principianti.

Certo, le difficoltà e gli imprevisti non mancheranno. Il Pd ha pur sempre degli elettori a cui qualche spiegazione va data. Molti parlamentari democratici a un gioco del genere non ci vogliono stare. Monti e i suoi la legge sul Parlamento (parzialmente) pulito l’hanno poi ideata: tacciarla di incostituzionalità per loro sarà dura. Per questo ora parlano a vanvera di grazia in cambio dell’uscita di scena del loro pregiudicato alleato di governo.

Ma, dopo aver visto l’esecutivo varare la nuova tassa Service Berlusconi e Napolitano benedire l’idea di Violante, il Cavaliere ha una certezza in più: a palazzo Chigi e Quirinale vive gente che lo ama. Ci sono legami forti, parentele e affinità elettive. Salvarsi, magari affondando definitivamente il Paese, adesso è davvero possibile.